L’arte della tavola di Natale: stile, armonia e bon ton

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La magia del Natale si svela a tavola, in quel momento di convivialità dove lo stile si fonde con la tradizione.

Per trasformare il pranzo delle feste in un’esperienza indimenticabile, abbiamo chiesto consiglio a una vera esperta di mise en place e design.

Isabella Morseletto, anima dello shop di design Denota, ci apre le porte del suo mondo, condividendo segreti e ispirazioni per apparecchiare la tavola natalizia.

Dalla scelta del centrotavola alle palette cromatiche più chic, scopriamo come creare un’atmosfera che sia allo stesso tempo lussuosa, accogliente e profondamente personale.

Isabella qual è il segreto per la riuscita di un perfetto pranzo di Natale?

Per me il segreto è l’armonia: tra i sapori dei piatti, tra i colori della tavola e tra le persone attorno a essa.

Mi piace curare ogni dettaglio della mise en place, perché credo che l’atmosfera e la bellezza del tavolo siano parte integrante dell’esperienza del cibo.

Poi, naturalmente, serve buon gusto anche nel cuore: calore, leggerezza e la gioia di stare insieme rendono ogni pranzo davvero speciale.

Come creare nella stanza l’atmosfera giusta?

Per me l’atmosfera giusta in una stanza nasce dai dettagli.

La luce, ad esempio, è fondamentale: prediligo luci calde e diffuse che valorizzino gli spazi senza risultare invasive.

La musica può accompagnare, ma senza sovrastare, scegliendo melodie delicate o jazz soft.

Poi c’è il profumo: un’essenza sottile, non troppo invadente, che lasci un’impressione piacevole senza farsi notare.

L’ordine e la cura dei dettagli sono il vero lusso: oggetti scelti con gusto, tessuti morbidi, colori armoniosi.

E, naturalmente, amo il calore di un caminetto acceso e la luce soffusa delle candele: rendono tutto più

accogliente, trasformando la stanza in uno spazio elegante e invitante.

Una volta individuato l’ambiente, si passa alla tavola… Da cosa si parte?

Quando preparo una tavola elegante, tutto inizia con un gesto semplice ma decisivo: stendere la tovaglia, che diventa subito il palcoscenico su cui prenderà vita l’intera mise en place.

Da lì, ogni dettaglio trova il suo posto: i piatti e i sottopiatti, scelti con cura per armonizzarsi tra loro, i bicchieri e i calici che catturano la luce come piccoli cristalli, e le posate, disposte con precisione e grazia, pronti a essere usati con eleganza.

A completare la scena arrivano le decorazioni e le candele, che con la loro luce calda trasformano la tavola in un piccolo rifugio di atmosfera e armonia.

Ogni elemento, pur semplice, diventa parte di un racconto: una storia di stile, equilibrio e momenti condivisi,

pronta a ospitare conversazioni, sorrisi e ricordi preziosi.

Sottopiatti con tovaglia. Sì o no?

Nell’arte del ricevere, ogni dettaglio della tavola contribuisce a creare un’atmosfera di armonia e stile. Tra questi, il sottopiatto riveste un ruolo fondamentale, non solo funzionale, ma anche estetico.

Secondo il galateo, il sottopiatto va posizionato sopra la tovaglia, a circa 2,5 centimetri dal bordo del tavolo, fungendo da cornice elegante per il piatto principale.

La sua presenza non è solo decorativa: protegge la tovaglia da eventuali macchie e definisce con precisione lo spazio di ogni commensale.

È importante ricordare che il sottopiatto non si rimuove durante il pasto, contribuendo a mantenere una continuità visiva e un senso di ordine.

Solo alla fine della cena, quando i piatti vengono ritirati, il sottopiatto viene tolto.

Non solo piatti, ma anche ciotoline, brocche, salsiere, alzate da torte. Quale scegliere e come disporli?

Non si tratta solo di piatti: nella mise en place del buon gusto rientrano anche le ciotoline delicate, le brocche eleganti, le salsiere dalle linee armoniose, le alzate da torte che quasi sembrano gioielli.

Scegliere questi complementi non è un gesto casuale, ma un piccolo rito che riflette attenzione e raffinatezza.

Le ciotoline, ad esempio, possono accogliere piccole prelibatezze, da stuzzichini a condimenti, senza mai sembrare invasive.

Le brocche, leggere, ma presenti, invitano a servire con grazia e fluidità, e il loro posto sulla tavola diventa parte del disegno complessivo, mai un’appendice disordinata.

Le salsiere, se scelte con cura, diventano quasi protagoniste: in ceramica smaltata o in cristallo, il loro stile deve dialogare con i piatti e con la tovaglia.

E poi ci sono le alzate da torte: l’arte sta nel posizionarle in modo da creare un ritmo visivo, come fossero piccoli palcoscenici che celebrano dolci e frutta.

L’alzata centrale accoglie la torta più importante, mentre altre più piccole possono ospitare biscotti o frutti di stagione, creando equilibrio e armonia.

Il segreto, naturalmente, è la coerenza: forme che si rispondono, colori che si armonizzano, materiali che si rispettano.

La tavola così appare non solo ben disposta, ma viva, accogliente, e racconta senza parole il piacere di ricevere e condividere con eleganza.

Quanti bicchieri vanno posti sulla tavola e per che uso?

Quando preparo la tavola, ogni dettaglio ha il suo piccolo rituale, quasi come in un delicato balletto.

Sul tavolo, davanti a ogni commensale, sistemo tre bicchieri: il più grande, a sinistra, è per l’acqua, semplice e pura, da sorseggiare con calma; subito accanto, leggermente più piccolo e più elegante, il bicchiere da vino rosso, pronto a ricevere il vino corposo che sarà decantato per sprigionare tutti i suoi aromi; infine, più minuto e delicato, il bicchiere da vino bianco, fresco e luminoso, perfetto per accompagnare antipasti o pesci leggeri.

Acqua e vino vanno serviti rispettivamente in una brocca e nel decanter?

L’acqua, chiara come cristallo, la verso in brocca: basta un filo, con grazia, per non farla ribollire, e lascio che il suo suono leggero accompagni i primi sorsi della conversazione.

Il vino, invece, ha il suo piccolo momento di spettacolo: lo verso nel decanter, dove può respirare e liberare i profumi, e solo dopo lo verso nei bicchieri, lasciando che ogni ospite percepisca la magia del bouquet che si sprigiona.

Così, mentre gli ospiti si siedono, i bicchieri brillano, l’acqua invita alla calma e il vino promette piacere e convivialità. È un gesto semplice, ma ricco di cura, che trasforma un pasto in un’esperienza da ricordare.

C’è un mood o un colore particolare per questo Natale?

Quando si scelgono i colori per il Natale, il bon ton suggerisce di privilegiare armonia e gusto personale rispetto alle mode del momento.

Toni naturali e caldi, come il verde muschio, il bordeaux e la terracotta, evocano eleganza e accoglienza, creando un’atmosfera raffinata senza eccessi.

Meglio lasciare da parte ciò che non risuona con il proprio stile, per celebrare un Natale autentico e sofisticato.

I bambini è corretto stiano a tavola con gli adulti o è meglio organizzare un tavolino solo per loro?

È preferibile che i bambini prendano posto a tavola insieme agli adulti, poiché in tal modo hanno l’opportunità di apprendere, osservando, le regole di buona educazione e di galateo.

L’esempio diretto degli adulti insegna loro non solo l’uso corretto delle posate, ma anche l’arte della conversazione, del rispetto del turno e della moderazione nei gesti e  nelle parole.

Far sedere i bambini a tavola con la famiglia li include nella vita sociale e rafforza il senso di appartenenza, trasformando il pasto in un momento educativo e di condivisione.

Solo in rare circostanze, come in caso di bambini molto piccoli o di occasioni estremamente formali e prolungate, può risultare più pratico predisporre un piccolo tavolo separato.

In ogni caso, l’obiettivo principale rimane quello di far vivere loro l’esperienza del pasto come momento di cultura, eleganza e armonia familiare.

Cosa secondo te non può mancare per dare un tocco in più per Natale?

Le candele rappresentano il vero cuore di una tavola elegante, soprattutto a Natale.

La loro luce calda e soffusa non solo illumina i piatti e i dettagli, ma avvolge l’ambiente in un’atmosfera di intimità e raffinatezza, un tocco unico che nessun altro elemento può sostituire.

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