Attila apre la stagione lirica della Scala. Una Prima istituzionale, ma anche molto fashion

Attila apre la stagione lirica della Scala. Una Prima istituzionale, ma anche molto fashion

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È l’evento culturale più importante dell’anno, e vede protagonisti il direttore d’orchestra Riccardo Chailly, il regista Davide Livermore, le grandi voci di Ildar Abdrazakov, Saioa Hernández, George Petean, Fabio Sartori e uno dei più grandi compositori di tutti i tempi: Giuseppe Verdi. È la Prima del Teatro alla Scala, che aprirà ufficialmente la stagione lirica, quest’anno affidata ad ‘Attila’. 
L’opera scritta nel 1846, racconta la storia dell’Italia, la voglia della liberazione dal tiranno, ma in Verdi, nel delineare gli antagonisti di Attila, Odabella, rosa dalla sete di vendetta, Foresto e il generale romano Ezio, che tenta un patto con il tiranno per proprio tornaconto, si mostrano anche le preoccupazioni per il futuro del Paese. 
Nel foyer del teatro l’albero di Natale, firmato Dolce e Gabbana, soci fondatori sostenitori del Teatro, è stato già montato e decorato per l’anteprima riservata agli under 30 (che hanno accolto l’opera con 10 minuti di applausi), mentre l’assemblaggio delle decorazioni floreali (sempre curate da Dolce e Gabbana) si farà oggi. 
I preparativi sono cominciati anche negli oltre trenta luoghi della città e hinterland dove si potrà vedere la prima in diretta: oltre a piazza Scala, dal terminal 1 di Malpensa, al museo delle macchine da caffè di Binasco, passando per il teatro Dal Verme, la casa d’accoglienza Jannacci, fino al mercato comunale Ferrara. 
Saranno 110 gli ospiti che insieme a una cinquantina di detenuti potranno vedere a San Vittore la diretta di Attila. L’evento della prima in carcere (dove è in allestimento anche una mostra con opere della fondazione Maineri che ritraggono musicisti e personaggi scaligeri) è ormai un’usanza che si ripete dal 2013. La tradizione vuole anche la presenza di personalità e quest’anno si attendono la vicepresidente della Corte Costituzionale Marta Cantabia, il vicesindaco Anna Scavuzzo, gli assessori Cristina Tajani e Roberta Guaineri, l’ex presidente della corte di Cassazione Giovanni Canzio, industriali, esponenti del terzo settore. 
Alla serata, organizzata dall’associazione Quartieri tranquilli, arriveranno panettoni di Panzera, del ristorante Giacomo, di San Patrignano, e anche quattro panettoni da cinque chili firmati da Davide Oldani, clementine donate dalla Coop e risotto fatto dalle detenuti. Per le detenute Luisa Spagnoli ha donato 20 braccialetti, mentre dieci, diversi, sono stati acquistati da una magistrata per le agenti di custodia donne. 
In piazza Scala sono già state portate le transenne che saranno montate per Sant’Ambrogio. La decisione presa nella riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza è stata quella di mettere a punto un dispositivo simile a quello degli ultimi anni, con attenzione in particolare a piazza Duomo e piazza Scala dove, come di consueto, sono previste le proteste di Cub e centri sociali. Quest’anno, esattamente a cinquant’anni dalle contestazioni del 1968, saranno rivolte contro il decreto sicurezza e immigrazione. 
A meno di sorprese dell’ultimo minuto, quella di domani sarà un’apertura scaligera molto milanese e istituzionale. Per la prima volta da quando è stato eletto presidente della Repubblica, sarà presente all’apertura Sergio Mattarella. Insieme al Presidente, nel palco reale ci saranno il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli. Presenti anche il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, il ministro dell’Economia Giovanni Tria e quello dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio. 
Tra le habituè della prima scaligera non mancheranno la stilista Lella Curiel (che vestirà con le sue creazioni haute couture la senatrice Lara Magoni, l’assessore della Regione Lombardia, le signore Elsa Monti, Luciana Saccomanni, Alessandra Artom e Laura Teso) e Claudia Buccellati, che indosserà un completo giacca e pantaloni in velluto nero e paillettes, limited edition di Zara, associato a gioielli della collezione Mario Buccellati. 
La mise più coraggiosa dovrebbe essere quella della dottoressa Dvora Ancona, che indosserà una creazione in chiffon glitterato di Antonio Riva, mentre metterà una sua creazione, Daniela de Souza, stilista e fidanzata del sovrintendente Alexander Pereira. 
Non dovrebbero mancare altre signore della Milano che conta come Daniela Javarone, cliente della sartoria Angela, e l’imprenditrice Cesarina Ferruzzi, anche lei con abito ispirato all’opera di Verdi, creato da Pierre Prandini, e ovviamente Roberto Bolle
E subito dopo la Prima della Scala, la mondanità si sposta alla tradizionale cena di gala, prevista per 500 ospiti ed organizzata da Caffè Scala alla Società del Giardino. Il menù quest’anno è stato affidato allo chef trevigiano, classe 1980, Daniel Canzian
Lo chef ha pensato alla cena divisa in atti, proprio come l’opera, dopo aver letto il libretto dell’opera per capirne bene i dettagli ed i luoghi dello svolgimento. 
I piatti sono stati pensati in base a tre elementi di ispirazione principali. Due di essi riguardano direttamente l’opera e i due percorsi geografici che ha all’interno: da una parte l’Adriatico, che va dall’area ottomana da cui il condottiero proveniva fino alle terre friulane di Aquileia, teatro del prologo dell’opera, con i sapori agrodolci che ricorrono nel menu; dall’altra parte Roma e il Lazio, dove si svolge il resto del dramma, con i sapori che diventano più sapidi, mediterranei. Il terzo elemento ispirante è, infine, Giuseppe Verdi stesso, a cui sono dedicati i richiami alla tradizione gastronomica parmigiana e il risotto alla milanese, da lui molto amato, arricchito con il tocco speciale dello chef. 
Ecco quindi il ‘passaggio’ in Aquileia con ‘Toc’ in braide friulano’ (polenta con fonduta) il ‘passaggio’ a Roma con il ‘panzerotto alla romana con cacio e pepe’ e, omaggio a Verdi, il risotto allo zafferano a cui lo chef ha aggiunto delle pagliuzze di panettone. Un menù che segue una linea di contemporaneità e pulizia, come è anche nello stile verdiano. 

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