Bianco, rosso o rosato, ma rigorosamente freddo

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Sarà perché sono al mare, sarà perché qui fa caldo, ma ieri sera quando al ristorante mi hanno servito un rosso freddo, mi sono ricordata del dibattito in cui si discuteva l’arduo dilemma se i vini andassero riposti in frigorifero.
La risposta risultava abbastanza scontata per quello che riguarda i vini bianchi, che sopportano bene le basse temperature, anche qui però, una distinzione va fatta. Temperatura ideale di sei gradi per champagne, bollicine italiane o bianchi non millesimati e non troppo importanti, ovvero quei vini che non soffrono il freddo.
Qualche grado in più va riservato a un Sauvignon o ai rosati. A questi ultimi andrebbero dedicati capitoli a parte, visto che negli ultimi anni stanno acquistando sempre più importanza essendo notevolmente migliorati e venendo quindi sempre più apprezzati sulle tavole dei gourmet.
La temperatura sale e possiamo gustare dal Vermentino al Pinot Nero dell’Alto Adige, le cui note aromatiche vengono esaltate dal fresco. Arrivando a 10 o 12 gradi troviamo quei vini, apparentemente meno pregiati, ma assolutamente divini come Gutturnio, Lambrusco e Bonarda.
Semaforo verde quindi da parte dei sommelier per quello che riguarda anche i vini freddi, da gustare come rinfrescanti nelle torride serate estive, anche se un consiglio viene dato: invece di metterlo in frigorifero, si possono mettere cubetti di ghiaccio interi in un contenitore con l’acqua.

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