Cresce negli Usa il consumo del vino e quello italiano è al primo posto

Cresce negli Usa il consumo del vino e quello italiano è al primo posto

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E’ la cosiddetta generazione Millenials, quasi 70 milioni di giovani statunitensi tra i 21 e i 38 anni, a trainare la ripresa del vino negli States.
Il consumo avviene per lo più in casa con gli amici o in drogheria, in locali dove si acquista e dove si può anche degustazione in modo informale. 
Ma si compra e si beve vino anche da asporto, in spiaggia, come in caffetteria. Un esempio? Da Starbucks, che adesso ha la licenza di vendere vino la sera in 2mila punti vendita. 
Questa tendenza è cresciuta (+3,1%) più della birra (+2,69%), trainando la ripresa che coinvolge anche i superalcolici (+3,5%), in particolare cognac, whisky aromatizzati e basi da cocktail. 
Semplicità, coerenza e onestà sono le tre parole chiave che sintetizzano il successo della crescita dei consumi nelle grandi città degli States.
Se in generale cresce l’importanza dei consumi di vino nella costa Est, le città che vedono registrare dati di maggior aumento sono New York, Detroit, Chicago e Philadelphia.
Inutile dire che il vino italiano è al primo posto per qualità, secondo la percezione degli americani, che nei primi sei mesi del 2015, hanno importato dall’Italia 1.275.900 ettolitri, per un valore di oltre 641 milioni di dollari.
Il Prosecco, che vede un incremento negli Usa (+35% in volumi e +36,55 in valore), sta trainando le vendite (+6%) degli spumanti italiani, categoria che ormai rappresenta la metà dell’export vinicolo made in Italy. 
Lo Champagne viene battuto dal Prosecco tutto l’anno, tranne che nelle festività natalizie. In generale, i consumatori statunitensi amano messaggi semplici attorno al vino e bevono quello che piace agli amici. 
I produttori italiani hanno inseguito, dagli anni ’80, l’idea del Rinascimento del settore, ma forse bisogna dimostrare a questi giovani consumatori, una nuova idea.
Dal concetto che il vino è il prodotto che bevono i loro genitori, bisogna trasformarlo in un prodotto di moda, rispettoso dell’ambiente, paladino dei paesaggi e bei territori. 
Altro punto di forza per il vino italiano ed uno dei motivi di crescita, e la varietà delle sue uve e la variegata offerta capace di sorprendere i consumatori più curiosi. 
In tempi di cucina fusion, questa varietà è una grande potenzialità di business perchè il sincretismo alimentare ben si sposa con il nostro ricco patrimonio di vitigni. 
Tramonta quindi il tempo dei vini internazionali e l’Italia, con i suoi tanti vini dai vitigni autoctoni dai diversi livelli di prezzo, i molti territori di produzione e le sue tradizioni, è l’unica a poter offrire quello che vogliono i consumatori più trendy in Usa.

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