Si è conclusa positivamente la Milano Fashion Week. Ecco l’uomo che verrà

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La settimana della moda milanese si è chiusa, come di consueto, col tradizionale cocktail organizzato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, durante il quale si sono potuti ammirare molti volti sorridenti.

E di motivi per sorridere in effetti ce ne sono, a partire da quei grandi sei milioni di euro promessi dal governo, per finanziare la moda a Milano e per sostenere tutte le iniziative previste nel settore della moda in città, da Expo a Milano Creativa.

Questa edizione è stata definita un po’ da tutti ‘di transizione’, ed in effetti negli ultimi tempi di cambiamenti ce ne sono stati molti, dall’alleanza tra Comune di Milano e Cnmi, all’arrivo del nuovo CEO Jane Reeve, entrato in carica solo dal primo gennaio, e che promette grandi novità già dalla prossima edizione.

Grandi eventi legati alla moda già prima delle sfilate di febbraio, sono le promesse fatte anche dall’assessore comunale alle politiche per il lavoro, lo sviluppo economico, l’università e la ricerca, con delega a moda e design Cristina Tajani. Speriamo a questo punto che tutte queste promesse vengano rispettate.

Intanto torniamo alla moda e alle tendenze per il prossimo autunno inverno. Quella che colpisce maggiormente è l’accorciarsi della lunghezza dei pantaloni, che lascia praticamente scoperto il malleolo. Il nuovo pantalone si assottiglia, diventando in molti casi aderente e l’orlo viene ridotto di almeno cinque centimetri rispetto al consueto.

Cambiano le proporzioni e, per una lunghezza che viene ridotta, un’altra viene allungata. È quella dei colli, che ritornano alti, grazie a lupetti e dolcevita, da indossare da soli o sotto la camicia stampata, il blazer o il cardigan.

E se le giacche seguono il trend dei pantaloni, assotiliandosi, riducendo al minimo i volumi e disegnando bene le spalle, di tendenza opposta è quella che riguarda i maglioni, lunghi, larghi, avvolgenti e dall’aria di essere appena usciti dai ferri della nonna.

Per i capi spalla grande discesa per piumini e capi tecnici, resistono cappotti in cachemire e giubbini, ma il vero trend è per la pelliccia. Vera o ecologica è stata un vero tripudio sulle passerelle milanesi.

Il fascino per il pelo non poteva che non passare da Fendi che ha presentato una tale ricchezza di lavorazioni e fantasia, come il cappotto di pelle foderato di montone bianco e nero o la pelliccia di marmotta blu e cioccolata, che hanno lasciato allibiti gli spettatori. Emporio Armani invece punta sull’ecologico con capi in ecopelliccia, tra cappotti da orsetto e gilet in peluche che sembra quasi velluto.

La pelliccia infatti non è utilizzata solo come capo spalla, ma come vero e proprio nuovo oggetto del desiderio maschile che va a scaldare interni di parka e giubbini, ma anche accostata a maglioni e accessori, dalle T-shirt di montone decorato ai cappucci pelosi, dalle stole alle sciarpette di shearling.

Oltre alla pelliccia si sono visti molti pellami preziosi. Da Gucci, dove la pelle fa parte del dna della casa, ed appare dappertutto, perfino per le martingale o per i revers degli abiti in velluto nero da sera, a Fendi, dove il giubbotto che sembra di cocco, in realtà è di nappa pressata e impunturata effetto scaglie e, viceversa, per la superstar delle borse, la Peekaboo, che viene proposta in versione maschile, ingrandita e perfino foderata di coccodrillo.

Un occhio di riguardo va proprio agli accessori, alle borse in modo particolare visto che ormai su tutte le passerelle vengono proposte anche per l’uomo. Ai piedi invece, scarpe dalla suola alta, in pellami lucidi, anche in versione mocassino, ma quasi mai sportive. E poi stivali stivaletti, dai biker ai Beatles.

Concludo con i colori, che finalmente si scostano dal solito grigio e nero, virando sul blu per Roberto Cavalli, ma molti altri scelgono tinte più vivaci che richiamano gli anni ’70: bordeaux, giallo ocra, verde petrolio, marroncino e azzurrini, da osare insieme, persino a contrasto.

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