Cala il sipario sul Festival del Cinema di Venezia 2025

Anche quest’anno, la magia del Festival del Cinema di Venezia si è spenta, lasciandoci un bagaglio di emozioni, qualche sorpresa e, come da tradizione, un pizzico di discussioni.
Dal 27 agosto al 6 settembre 2025, il Lido ha vibrato al ritmo del grande cinema, tra star internazionali, red carpet scintillanti e storie che hanno saputo toccare le corde più profonde.
Il timore che l’82ª Mostra del Cinema di Venezia potesse essere una bolla isolata dai conflitti del mondo, e soprattutto dalla tragedia di Gaza, è stato scardinato in modo deflagrante dalla cerimonia di chiusura.
Il culmine, deciso dalla giuria presieduta da Alexander Payne, è stato un fiocco cinefilo pop: il Leone d’Oro a Jim Jarmusch per il suo film Father mother sister brother, qui a Venezia con le famiglie in crisi.
Il maestro del cinema, con la sua flemma e il suo abito color prugna, non si è sottratto al mondo circostante, ma a suo modo ha commentato
“Ho apprezzato le parole di rispetto e l’empatia del mio conterraneo americano Benny Safdie (Leone d’argento alla regia per The Smashing Machine), qualcosa di cui non abbiamo colpa. L’arte non deve per forza parlare di politica per essere politica ma l’empatia è uno dei primi modi per affrontare questo mondo che stiamo vivendo”.
Le Storie che hanno Scosso il Festival del Cinema di Venezia
La cerimonia ha consacrato la potenza di un film come “The voice of Hind Rajab” di Kaouther Ben Hania, che ha vinto il Leone d’argento – Gran premio della giuria e ha ricevuto una standing ovation dalla platea.
Il film racconta la storia della bambina morta a Gaza durante un attacco, dopo aver parlato per ore con gli operatori della Mezzaluna Rossa che avevano tentato invano di salvarla.
La regista, in un elegante abito blu elettrico, ha dichiarato:
“La voce di Hind continuerà a risuonare finché giustizia non sarà fatta: crediamo tutti nel potere del cinema, è quello che ci ha portato qui e ci dà il coraggio per raccontare storie che altrimenti sarebbero sepolte”.
Ha dedicato il premio alla Mezzaluna Rossa palestinese e a coloro che rischiano la vita per salvare gli altri a Gaza, “veri eroi, cercando di ascoltare le grida di persone cui nessuno dà risposta”.
Sotto i riflettori sono finite anche tante altre storie ancorate alla realtà, da A pied’oeuvre (premio per la sceneggiatura alla regista Valerie Donzelli e Gilles Marchand) alla Napoli in bilico tra poesia e violenza raccontata in Sotto le nuvole di Gianfranco Rosi, che ha vinto il Premio Speciale della Giuria.
Il tutto in un coro di appelli non solo per i palestinesi ma anche per fermare altri conflitti e massacri nel mondo, dall’Ucraina al genocidio Rohingya, fino alla repressione in Iran.
Toni Servillo, che ha vinto la Coppa Volpi come migliore attore per La Grazia di Paolo Sorrentino, ha aggiunto un “sentimento che tutto il cinema italiano prova, esprimere ammirazione per coloro che hanno deciso di mettersi in mare con coraggio, di raggiungere la Palestina e di portare un segno di umanità”.

Un richiamo a cui si è unita anche Benedetta Porcaroli, migliore attrice nella sezione Orizzonti per Il Rapimento di Arabella, dicendo che “loro ci ricordano che c’è un motivo valido per alzarsi la mattina che si chiama umanità”.
Il premio per la migliore interpretazione maschile di Orizzonti è andato a Giacomo Covi per Un anno di scuola di Laura Samani.
A vincere la Coppa Volpi femminile è stata l’attrice cinese Xin Zhilei per The Sun Rises On Us All. L’attrice, visibilmente emozionata, ha sfidato la musichetta che la invitava a finire, continuando per circa 5 minuti a ringraziare tutti, realizzando un sogno che aveva da dieci anni.

La conduttrice Emanuela Fanelli si è confermata pronta a tutto, anche a dare scherzose regole per i discorsi, come ringraziare solo i “parenti di primo grado, gettando così le basi di faide che dureranno anni”.
La cerimonia, durata circa due ore, ha visto il glamour fare un passo indietro per lasciare spazio a momenti di riflessione, ma non sono mancati aneddoti curiosi, come la pausa di 15 minuti per il passaggio dalla diretta su Rai Play a Rai 3, con i cineasti che vagavano in sala, e l’esibizione toccante di Nino D’Angelo.
A chiudere la serata è stato Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale, che ha detto:
“L’angelo della storia è stato seduto in sala questa edizione”.
Infine, l’appuntamento è già fissato per l’83ª edizione dal 2 al 12 settembre, con una “finestra da Gerusalemme” che ha visto il cardinale Pierbattista Pizzaballa chiedere di fermare la guerra e di creare un linguaggio contro l’odio. Dal cinema alla realtà, la Mostra ha ancora una volta dimostrato di saper cogliere lo spirito del tempo.