Milano Moda Donna: quinta giornata

Milano Moda Donna: quinta giornata

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In questa giornata moliti i brand importanti che presentano le loro collezioni: Armani che presenta la linea giovane Emporio, ma anche Dolce&Gabbana, Ferragamo, Biagiotti, Marni e soprattutto, l’attesissima sfilata di Missoni

EMPORIO ARMANI Una collezione nella quale si trovano tacchi alti e bassi, shorts e gonne lunghe, abitini con spalla scesa o con stola grafica, pantaloni stretti o vagamente orientali ed ‘ecco perchè – racconta lo stesso stilista – è già venduta al 75%’. Merito anche della scelta di colori delicati, di linee scultoree ma mai pesanti, così come non lo sono i nuovi tessuti, dal velluto all’organza accoppiati al neoprene, proposti persino per la sera su inediti e scenografici abiti a clessidra.

DOLCE E GABBANA Ogni donna è una regina sulla passerella di Dolce&Gabbana. Corona dorata e incrostata di pietre in testa, sontuosi abiti che rubano i decori ai mosaici del duomo di Monreale. Ispirazione bizantina che permea tutta la collezione, dedicata a quella donna-femmina che è da sempre l’ispirazione del duo siciliano.’Non devi essere per forza cattiva o aggressiva, la donna è femmina e se le togli femminilità – riflettono i due stilisti – le togli ciò che ha di più bello’. Restano negli occhi gli abiti tutti ricamati a tessere di paillettes, cristalli e pietre dure, colpiscono le scarpe con il plateau a gabbia che imprigiona fiori colorati, invogliano le borse ‘Agata’, dedicate alla patrona di Catania, tutte decorate a mosaico. E a Sant’Agata è ispirato anche il bustino in filigrana d’oro portato con la mini a mosaico, motivo che ritorna sotto forma di stampa negli abiti tunica, nei tubini in broccato, nelle maxi T-shirt tintinnanti di tesserine dorate, nelle bluse abbinate alle gonne svasate, negli shorts a palloncino e nelle giacchine con spalla insellata che segnano il punto vita.

FERRAGAMO Abiti essenziali e architettonici, snelli e rigorosi da Salvatore Ferragamo, per dare il massimo risalto ad accessori grafici e sensuali, dagli stivali con tagli che lasciano scoperto il collo del piede alle borse squadrate di coccodrillo, dai sandali con dettagli in pvc alla shopper morbida con profili di metallo. ‘Salvatore Ferragamo è soprattutto accessori ed è importante rimagnificarlo’ spiega il direttore creativo Massimiliano Giornetti. La collezione, ispirata alle architetture di Herzog e Tadao Ando, vede spiccare linee e lavorazioni: il caban in alpaca si porta con la minigonna ad A di cavallino a nido d’ape, il maglione in mohair con l’anima di cashmere con la sottanina con frange di jais, il cappotto rigoroso con l’abito corto percorso da zip e indossato sulla maglia girocollo.

MISSONI Nonostante il momento difficilissimo per i Missoni, lo show continua, in un clima di profondo rispetto, quello della stampa e dei buyer nei confronti della famiglia e quello della famiglia nei confronti dell’attività dell’azienda. Ma veniamo alla collezione. In passerella sfila un’eleganza che si rifà al mondo della lingerie, con una donna che gioca con sottovesti e vestaglie reinterpretandole come capi da giorno. C’è il pantalone pigiama e il caban che assomiglia alla vestaglia, gli abiti che evocano comode tute, morbida maglieria in cashmere. I cappotti sono oversize, all’insegna di una calda comodità, talmente ampi da sembrare di un paio di taglie più grandi. Tutto scivola morbido sul corpo. Hanno sfilato anche bauletti e clutch in nappa, camoscio e nabuk, alcuni degli accessori della linea di borse, prodotta internamente in azienda, disegnata da Margherita Missoni, che ha debuttato in questa occasione.

LAURA BIAGIOTTI In passerella da Laura Biagiotti va in scena un omaggio a Roma, mettendo in collezione chiari riferimenti a colonne e capitelli. In passerella c’è tutta una serie di capi in maglia, tanto cara al brand, con nervature e coste possenti che simulano le scanalature di una colonna. Poi pizzo, tartan, pelle abbinata al cashmere, e una serie di lavorazioni double per i cappotti oversize, dal taglio a uovo.

MARNI Le giovani donne di Marni non mettono nulla di accostato al corpo e si scaldano con pellicce di ogni tipo, posizionate sullo scollo degli abiti, il bordo delle gonne ad A, i lunghi guanti e persino gli stivali, portati con gli shorts e i giubbini scultorei. Forte l’elemento mascolino nei cappotti e nelle giacche chiuse da zip, negli over di pelle, nei pantaloni brevi. Un mood appena alleggerito da bande trasparenti nascoste nelle pieghe delle gonne e dalle piccole cappe di pelo colorato portate sugli abiti a bustino che si allargano sul fondo. Malinconiche le stampe con motivi di foresta, severi i colori, compatti i tessuti, quasi ascetici i sandali piatti.

MAURIZIO PECORARO Si ispira alla modella e attrice Anjelica Huston, la nuova collezione di Maurizio Pecoraro. Lo stile della diva, celebre negli Anni ’80, si vede nella silhouette che segna la vita, nelle lunghezze delle gonne maxi e nelle sete fluide. Sfila una bellezza austera, ma non inquietante, anzi, i colori sono rassicuranti, bianco, ruggine, cammello, biscotto e poco nero. I galles, pied de puole e i tartan sono forati con la tecnica al carbonizzato e lasciano intravedere a volte fodere a contrasto, a volte la pelle. Unico tocco forte di colore gli scaldacollo viola o arancioni. Il tacco e’ alto, ma la gamba mai troppo scoperta.

DE VINCENZO Marco De Vincenzo squarcia i suoi abiti, non c’è neanche un piccolo segmento liscio sui capi disegnati dal giovane stilista. La collezione che attinge al Manifesto Blanco del movimento spazialista, dove nulla è piatto, e le dimensioni di tempo e spazio premono sulle superfici. A cominciare dal tacco, robusto e trasparente che lascia intravedere al suo interno sobri grafismi. I tessuti riproducono le superfici di pietre e i ricami in argento e nero creano un effetto bassorilievo. La maglieria è mossa dalle microcoste, con tocchi di verde lime e rosa shocking, oppure tagliata in verticale.

GENNY Parola d’ordine: ‘giacca’, declinata in tutte le sue forme. E’ il tema della collezione di Genny. La giacca è mutevole, perchè nel tailleur pantalone si scompone in crepe double a livelli sfalsati o fa cadere lungo la schiena una mantellina dal sapore regale, oppure, quando è gessata, si allunga fino a diventare un minidress in lana fine di mohair. La donna immaginata da Gabriele Colangelo si mostra impeccabile, pulita, senza troppi fronzoli a interrompere la purezza delle linee e dei colori, solo bianco, nero e oro. Lo stilista sceglie dettagli mai vistosi, ma che sia giorno o che sia notte, si respira comunque un’eleganza seriosa, per donne che non possono mai mostrarsi fuori posto.

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