Seconda giornata della Milano Fashion Week

Seconda giornata della Milano Fashion Week

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Fendi

La moda italiana va, ed i nostri talenti vanno portati avanti’ con queste parole Anne Wintour ha dato il suo appoggio alla moda italiana. Ringraziamo la potentissima direttrice di Vogue per il suo appoggio, ma forse dovremmo essere noi a credere più in noi stessi ed imparare meglio a fare squadra.

Comunque gli stilisti italiani, sembrano tornati ai loro livelli di eccellenza e, escluso per alcune eccezioni, ripropongono abiti portabili, anche se, sembra essere comune denominatore, con trasparenze in alcuni casi esagerate.





Tra le eccezioni di cui parlavo vorrei mettere una delle sfilate più attese della settimana della moda: Prada. Ora so che mi inimicherò tutto il mondo fashion, ma io ho sempre sottolineato di amare più lo stile, che la moda ad ogni costo. Faccio un’altra premessa. Trovo che l’abbigliamento sia per una donna un modo per comunicare, per trasmettere un messaggio su chi siamo e non siano solo ‘vestiti’. Approvo quindi che Miuccia Prada con i suoi capi abbia voluto comunicare ‘Giù le mani dalle donne’ presentando una donna forte, che non ha bisogno di nessuno che la protegge, ma onestamente questi sono poi abiti che dovremo indossare.

La prossima stagione troveremo sicuramente tutte le fashion victim con calzettoni colorati, cappotti a cui è stato applicato un finto reggiseno di paillettes e una strana gonna di traverso, gonne, maglie ed abiti che esibiscono faccione, risultato del lavoro di sei artisti, pittori di murales o illustratori, che hanno avuto la commissione di dipingere le donne sulle pareti della grande sala delle sfilate, e che poi Miuccia Prada ha pensato di trasporre nella sua collezione. Onestamente mi sembra tutto troppo, troppi coloracci, come li ha definiti la stessa stilista, troppi faccioni, troppe sovrapposizioni, di cui però sono sicura, i negozi saranno invasi.




Stile creativo, ma sobrio, invece da Fendi. Il marchio, che ha sfilato nel nuovo spazio, in via Solari, ex spazio della Fondazione Arnaldo Pomodoro e nuovo quarter generale della maison, non ha deluso, come sempre. Silvia Venturini Fendi ha puntato per questa collezione sui grafismi e sulle sovrapposizioni. Il risultato è una collezione portabile dall’aspetto leggero ed elegante. I tessuti impalpabili, come l’organza, vanno a mescolarsi con pannelli di pelle e tessuto e creano disegni che sembrano rubati all’informatica e che seguono armoniosamente il corpo. Per gli accessori c’è la mano di un altro membro della famiglia. La stilista ha infatti sfruttato la creatività della figlia, Delfina Delettrez Fendi, che ha disegnato i bijoux della collezione, a metà tra l’occhio, simbolo del suo stile, e la pelliccia tanto cara alla maison.




Max Mara è sinonimo di signorilità, di bon ton e non lo è mai stato come in questa collezione. Riscopre il tutto coordinato, dalla testa ai piedi, dal foulard alle calze velate in tinta, che ripropone come elemento fashion, dopo che la moda le aveva bocciate perfino in inverno. Una collezione bon chic quindi, con lunghezze sotto il ginocchio, soprabiti minimalisti, cappe a cappuccio, completi color sabbia o grigio chiaro, ma anche con tailleur colorati rosso fuoco o viola intenso, realizzati con materiali che spaziano dal cashmere estivo al lino, canvas del cotone o tricot leggerissimo. Diciamo che se per Prada la creatività risultava un po’ eccessiva, qui forse denuncia qualche carenza.

Deliziosa e seducente invece la ragazza di Blugirl, grazie ad un effetto ‘vedo non vedo’. Gli abitini sono corti, le gambe a vista, le trame trasparenti, un effetto di sensualità sempre elegante. Una seduzione sottile, raffinata, elegante. Quella che conquista, secondo la stilista, Anna Molinari, che ammette di essersi ispirata alla femminilità di Julie Christie nel film ‘Darling’. Prende spunto infatti, proprio dagli anni sessanta, nel proporre abiti sopra il ginocchio realizzati in shantung di seta, piquet di cotone, jaquard. Delicati e sofisticati i colori che spaziano dal bianco al cipria, dal giallo limone al verde acqua. Non potevano però mancare le l’immancabili stampe animalier ed i fiori, soprattutto le rose, tanto amate dalla stilista. Fiori anche nelle collane, nei bracciali, nelle decorazioni delle decolletes basse ed aperte, con la punta affusolata, e nella shopping bag in canvas e pelle, portata con disinvoltura dalle ragazze.

Ipnotica la ragazza di Just Cavalli. Il target è decisamente diverso da quello di Blumarine, ed infatti in passerella sfila una collezione sexy e dai colori forti. Roberto Cavalli propone proposte gioiose fatte di abitini a foulard, leggeri e svolazzanti con inserti di pizzo, tunichette con aperture seducenti sui fianchi, gonne a pannelli fatte di trasparenze sovrapposte. Non mancano i pantaloni, aderenti e stampati, anche in versione biker con zip al ginocchio e un motivo di risvolto in vita, abbinati a top minimi in macramè o brassiere. Presenti anche giacchette di pelle sagomate o pull a nido d’ape nei toni del giallo e del rosa. Per la sera invece lo stilista propone abiti con ricami e paillettes, abbinati a gioielli in plexiglass fluo e scarpe con tacco laccato.

Si è fatto tanto parlare del ritorno di Costum National a Milano, una città abbandonata a favore di Parigi. Una città che però Ennio Capasa sta riscoprendo come un capoluogo che sta rigenerandosi e, grazie soprattutto al nuovo quartiere Garibaldi- Repubblica, zona nella quale ha sfilato e dove ha appena inaugurato un nuovo store (in Corso Como), sta riprendendo il titolo di capitale internazionale di tendenze. E da tutto ciò lo stilista è stato condizionato anche nella realizzazione della sua collezione, che è innovativa come la nuova Milano.

In passerella hanno sfilato nuove forme: giacche svuotate le cui tasche da lavoratore sono state applicate rendendole asimmetriche, abbinate a gonne ad A alla caviglia, trench tagliato e scomposto, abiti neri con inserti carne che sembrano quasi strappati, smoking con gli orli tagliati a vivo, gilet con la schiena scoperta, giubbino da biker anch’esso asimmetrico e senza maniche, top lunghi chiusi da cinturini laterali indossati con pantaloni da uomo sopra la caviglia e scarpe accollate con la zeppa. La nuova futuristica sartorialità prevede anche robemanteau scostati dal corpo, abiti intarsiati a pannelli sovrapposti, in bianco e nero, in giallo fluo e argento. Non ci rimane che sperare che Capasa decida di fermarsi a Milano.

Molto bella anche la collezione di Jo No Fui, che la stilista Alessia Giacobino dice arrivare ‘dalla Space Age degli anni Sessanta dove la quotidianità non esiste, sono solo occasioni esclusive che richiedo lusso’. La collezione presenta abiti dalle linee semplici, corti con orli sopra il ginocchio o pantaloni cargo. Il lusso sta nei colori e nei materiali. Colori che sono cangianti, un po’ spaziali, dal bianco lunare, al rosso Marte, al marrone meteorite. I tessuti vengono lavorati con intarsi al laser, tagli diagonali, ed arricchiti con stelle che brillano, spicchi metallici bronzei, pianeti che orbitano, pietre applicate e circondate da anelli di Swarovsky.

‘Un vero e proprio progetto di luxury lifestyle’. Così è stato definito oggi il lancio della collezione di abbigliamento e accessori Bugatti. Ebbene sì, proprio il Bugatti della casa automobilistica, che ha deciso di debuttare nel mondo della moda. La presentazione non poteva essere certo sotto tono, visto che, non solo è avvenuta all’Accademia delle Belle Arti di Brera, ma, a fare da testimonial, c’era niente meno che l’attore premio Oscar Adrien Brody. Per quello che riguarda la collezione, bisogna parlare essenzialmente di due linee, la più elegante ‘Ettore Bugatti’ con il monogramma ‘EB’ e la ‘Extreme Performance’, sempre di lusso, ma con materiali tecnici. I clienti della casa automobilistica poi, potranno venir coccolati, grazie al servizio ‘Tailor Made Bespoke’ con cui, per esempio, una borsa viene realizzata con lo stesso pellame scelto per l’automobile. Il progetto nei prossimi anni prevede l’apertura di nuovi store, tra i quali uno nel capoluogo lombardo.






Max Mara
Just Cavalli
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