Carolina Traverso, la guru italiana della mindfulness

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CAROLINA TRAVERSO, TEACHER MINDFULNESS

Prima di dedicarsi a un “noi” bisogna amare sé stessi.

Dietro queste parole si cela Carolina Traverso, insegnante di mindfulness, una vita da nomade, nata in Costa D’Avorio da madre belga e padre italiano, trascorsi in Italia, in Iran e a Londra, un anno tra India e il Sud Est Asiatico, da qualche anno abita e lavora a Milano insieme a Iago, il suo pastore svizzero.

Le sue esplorazioni intorno alla meditazione sono iniziate quando aveva diciassette anni, per curiosità, e sono proseguite, dopo i venti, tra Londra e l’Asia. La prima volta che ha sentito parlare di mindfulness è stato una decina di anni fa, durante un ritiro di yoga a Goa, e se ne è innamorata per il calore umano e il rigore scientifico.

In poco tempo si è formata come insegnante di mindfulness e da quel momento ha iniziato a istruire su questa pratica, integrandola anche nel suo lavoro di psicoterapeuta, oltre e a condividere queste conoscenze con il pubblico, come autrice di libri.

Le sue opere sono “Mente Calma Cuore Aperto”, pubblicato nel 2016 con Sperling & Kupfer e ‘Semplicemente single’ l’ultimo scritto, divertente, di facile lettura dedicato sia a chi si ritrova da solo in un periodo della vita e vuole arrivare preparato a una nuova relazione, cominciando a lavorare sull’accettazione e la valorizzazione di sé, ma anche a chi è in coppia e può migliorare il rapporto a due iniziando a ragionare sulle proprie necessità profonde.

Carolina, definita dall’Huffington Post ‘la guru italiana della mindfulness’, fa parte di quella nuova generazione di mindfulness teacher che danno un taglio nuovo e dinamico alla pratica. Intenzione, curiosità e coraggio sono le tre parole con cui Carolina Traverso sceglie di iniziare il suo primo libro, ma vediamo di conoscerla meglio.

CAROLINA TRAVERSO, TEACHER MINDFULNESS - LIBRO 'SEMPLICEMENTE SINGLE'

Partiamo chiarendo in che cosa consiste la mindfulness?

La mindfulness è l’arte di essere presenti a questo momento. Sia quando la vita ci sorride e ci sembra che tutto, o quasi, vada per il verso giusto, sia quando le cose si fanno difficili e vorremmo tanto che fossero diverse. Usando una metafora, potremmo dire che la mindfulness è l’arte di fare surf sulle onde della vita, abbandonando la pretesa di fermare il mare.

La possono esercitare tutti e si può praticare da soli?

La mindfulness è, anche, una capacità presente in ognuno di noi quindi sì, in questo senso, tutti possono esercitarla. Si può praticare da soli, ma è bene avere un’insegnante che ci permetta di capire bene come si fa, un po’ come per il tennis, il canto o qualsiasi altra abilità. Praticare in un gruppo, poi, può aiutare ad accogliere più facilmente le nostre vulnerabilità, sapendo che non siamo soli, e a prendercene cura con amorevole vigore.

C’è differenza tra meditazione e mindfulness?

La meditazione è un po’ come una palestra, una sorta di allenamento sistematico volto a coltivare la mindfulness. Ma possiamo coltivare la mindfulness in ogni momento delle nostre giornate: quando ci alziamo la mattina, sulla strada per andare al lavoro o per portare i bambini a scuola, durante la nostra giornata lavorativa, quando siamo con le persone che amiamo così come quando incontriamo persone che consideriamo difficili.

Quali sono i vantaggi di applicare la mindfulness alla nostra vita?

Con gli strumenti che offre per osservare i nostri processi mentali, senza esserne travolti, e fare ritorno più spesso al presente invece che essere rapiti da rimpianti, fantasie e paure, la mindfulness riduce l’eccesso di pensiero negativo comune a molti problemi di salute mentale.

È ormai noto, tra praticanti e addetti ai lavori, che la mindfulness riduca l’intensità dei sintomi legati all’ansia, alla depressione, alle dipendenze e, più in generale, migliori la capacità di gestire le emozioni e la nostra relazione con noi stessi e con gli altri.

CAROLINA TRAVERSO, TEACHER MINDFULNESS MENTRE PRATICA

Aiuta anche a migliorare la nostra autostima?

È una pratica che permette di fare amicizia con noi stessi, sia quando ci sentiamo alla grande e all’altezza delle nostre aspettative, sia quando siamo da raccoglie con il cucchiaino. In questo senso, è un vero e proprio toccasana per l’autostima.  Infine, la mindfulness ci rende più empatici. Ammetto che non mi è mai capitato che qualcuno si rivolgesse a me con la richiesta di diventare più empatico ma, di fatto, l’empatia è alla base della salute di tutte le nostre relazioni. Se non siamo capaci di sentire l’altro, o desiderosi di metterci nei suoi panni, è difficile stabilire una connessione autentica, stabile e di valore con un altro essere umano.

Quali sono i miglioramenti che ha apportato nella tua vita?

È difficile stabilire con esattezza come sarebbe stata la mia vita senza la mindfulness, ma posso certamente dire che questa pratica mi ha resa una persona più stabile, coraggiosa, flessibile, capace di ascolto. Perdo molto meno tempo a resistere alle cose che non posso cambiare e questo mi permette di avere più energie per dedicarmi ai miei progetti, alle persone che amo e a me stessa. Ha anche avuto una profonda influenza sulla mia autostima e sulla mia capacità di affrontare le difficoltà. Qualche mese prima che scoppiasse la pandemia, sono stata ricoverata per diversi giorni in ospedale con il rischio di perdere un occhio. Seppur sotto shock, la mindfulness mi ha permesso di non impazzire e di fare spazio, pur nella sofferenza, a momenti di calma e di leggerezza. Ricordo ancora il mio chirurgo che, un giorno, mi ha detto: “Lei piange ma è anche capace di sorridere e affrontare la situazione. Come fa?”.  Credo sia la mindfulness.

A chi è particolarmente consigliata?

A chiunque abbia a che fare con la sofferenza psicofisica, propria e degli altri, in qualsiasi forma questa si manifesti. E a tutti coloro che sentano l’esigenza di vivere una vita più piena di significato, conoscendo meglio come funziona la mente e come si gestiscono le emozioni. C’è ancora molto lavoro da fare per quel che riguarda la salute mentale, di cui troppo spesso ci si occupa solo quando è compromessa. In questo senso, sarebbe bello che la mindfulness fosse insegnata già in età scolare, per coltivare stati di calma, concentrazione e benessere e la possibilità di prenderci cura di tutte le emozioni che ci rendono umani.

Una vita stressante ci fa agire automaticamente, d’istinto, e così ci perdiamo gli attimi di felicità, le occasioni professionali, la cura dei rapporti personali. Come rimediare?

È proprio così. Credo che il primo passo sia fermarci e chiederci: ‘In che modo vivere con il pilota automatico influenza le mie relazioni, la mia vita professionale, il tempo libero?’Penso, per esempio, alle volte in cui finiamo con il dire o fare cose di cui poi ci pentiamo, o ai momenti in cui siamo completamente disconnessi dalle situazioni perché la mente si è impigliata nel passato o nel futuro, o è così piena di commenti sul presente che non siamo più in relazione con ciò che sta accadendo, ma con la nostra idea di come dovrebbe essere. La mindfulness è un antidoto potentissimo a questo stato di cose, ci permette di essere persone più sveglie e attente, uscendo dallo stato di trance in cui spesso versiamo senza nemmeno accorgercene.

CAROLINA TRAVERSO, TEACHER MINDFULNESS

Nel tuo ultimo libro parli di una paura comune, quella di rimanere soli. A cosa è dovuta?

Stare soli in realtà è meraviglioso. Aiuta a ricaricarsi, permette alla riflessione di fiorire, è il contenitore ideale per attingere alle proprie energie creative o, semplicemente, per assaporare un momento tutto per sé, libero dalle richieste altrui. La paura della solitudine si genera quando stare da soli apre al tormento del sentirsi soli. Se non è qualcosa di ricercato, scelto o goduto o, comunque, con cui accettiamo di fare i conti, la solitudine può trasformarsi in un nemico da cui fuggire a tutti i costi perché scatena le nostre paure più profonde: “Non sono abbastanza”, “Nessuno mi ama”, “Non conto per nessuno”, “Ho qualcosa che non va” non sono pensieri infrequenti quando ci sentiamo soli e, se li scambiamo per veri, può essere molto doloroso.

E come superare questa sensazione di solitudine?

Coltivando piccoli momenti di solitudine, scelti da noi. La meditazione è uno di questi momenti, e ci permette di vedere chiaramente che non abbiamo bisogno di qualcosa o di qualcuno per sentirci completi. Siamo già completi e, soprattutto, capaci di amare e di essere amati indipendentemente dal nostro status sentimentale. Questo discorso non preclude il legittimo desiderio di stabilire una relazione intima e profonda con un altro essere umano, ma permette di avvicinarsi alle relazioni con molto meno affanno.

Quanto si tende a cercare come partner il principe azzurro, dovremmo in realtà rassegnarci e renderci conto che il compagno perfetto non esiste?

È una bellissima domanda! Se desideriamo una relazione che possa funzionare nel tempo, dovremmo lasciare andare l’idea di trovare il partner perfetto in favore dell’incontro con una persona reale, che abbia una scala di valori compatibile con la nostra. Non sto dicendo che l’attrazione fisica non sia importante, né che dobbiamo accontentarci forzando un innamoramento che non c’è, sarebbe deprimente, ma faremmo bene a non farci prendere troppo da una sorta di elenco di desiderata. Per esempio: sulla carta io sono molto attratta da uomini con il fisico atletico, eleganti e di successo. Se hanno le mani da pianista, poi, ancora di più. Ma mi è, ormai, chiarissimo che valori come la capacità di ascolto, la gentilezza, la generosità, la cavalleria, l’ironia, la curiosità intellettuale e la gestione responsabile del danaro sono imprescindibili per me. Il mio futuro marito, conosciuto su Tinder poco prima dell’uscita di “Semplicemente Single”, ha questi valori.

Per concludere cito l’incipit del tuo libro ‘riflessioni e pratiche di mindfulness per volersi bene, connettersi con gli altri e avere una vita piena d’amore.’. Possiamo quindi dire che questa pratica si pone come obiettivo quello di liberarci da tutto ciò che ci opprime, cercando di farci raggiungere uno stato di benessere totale? E’ un obiettivo raggiungibile?

Non esattamente. La vita è fatta di alti e bassi, questo è inevitabile e vale per tutti. Questa pratica ci permette di volerci bene e di prenderci cura di noi in ogni momento, sia quando ci sembra fantastico e meraviglioso e quasi ci vengono le lacrime agli occhi per la commozione, sia quando è davvero faticoso, difficile e vorremmo scappare a gambe levate. È una pratica che ci rende più coraggiosi e in grado di rispondere all’appello che la vita ci fa giorno dopo giorno, in tutte le sue sfumature.

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