La pizza, simbolo della cultura gastronomica italiana

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PIZZA GIOLINA 'INVERNO ' DI PAOLO GRIFFA

Cibo popolare e simbolo della cultura gastronomica italiana, la pizza, oltre ad essere un orgoglio nazionale è anche il lievitato tra i più famosi del mondo, tanto da essersi aggiudicata un giorno di festeggiamenti.

La data in cui si celebra il ‘‘Pizza Day”, l’appuntamento tanto atteso dai pizza lovers, è il 17 gennaio, festa di Sant’Antuono, Santo Patrono protettore dei pizzaioli.

Ma si fa presto a dire pizza. Cornicione alto o basso, piegata a libretto o tagliata a tranci, bianca o rossa. In versione gourmet, a mo’ di ricetta gastronomica, o da selezione ossessiva di lieviti e farine? Cotta al forno per preservarne l’origine in comune col pane, oppure fritta, opulenta campionessa della trasgressione culinaria? Qual è la vostra?

Oggi sono cresciute le competenze dei pizzaioli, c’è un pensiero nuovo e diverso sulle materie prime, sulla digeribilità, sull’apporto nutrizionale dell’impasto e sulle cotture che possono dare un’identità diversa a ogni pizza che viene proposta. Sono sempre più numerosi quelli che, grazie a un continuo lavoro di ricerca, sono capaci di alzare il tiro e di raccontare tipicità e territorio in modo inedito.

Nessun’altra sta bene con tutto come la pizza. Le varianti sul tema sono infinite: la sua base è neutra e va a nozze con ortaggi e verdure, affettati e formaggi, olive, acciughe, tonno, spezie, anche ananas… insomma con quel che c’è in casa. La capricciosa è nata proprio così: non a caso, nel gergo dei pizzaioli è detta “svuota frigo”.

Amatriciana di Crocca con pomodoro San Marzano DOP, fior di latte d’Agerola, guanciale croccante, fonduta di pecorino romano, tanto pepe nero, un filo d’olio e basilico fresco

Si parte innanzitutto dallo studio sulle materie prime, alla base delle quali c’è filiera corta, territorialità e stagionalità. I nuovi pizzaioli riflettono sull’equilibrio degli ingredienti, ragionando da chef per trovare una perfetta armonia tra quelli anche inconsueti.

Grande attenzione anche alle cotture, in termine di temperature, tempi e pulizia del forno, per ottenere un disco asciutto, né crudo, né bruciato.

Nuove possibilità di abbinamenti, con vivi, cocktail e birre artigianali che si arricchiscono sempre più di nuove etichette.

E se una volta si pensava che una “buona pizza si potesse mangiare solo in Campania o più in generale al Sud, oggi non è più così, ormai ai vertici non ci sono più solo Napoli e alcuni locali del Sud, ma si trovano anche ottimi indirizzi e proposte a Milano e nel Veneto, oltre che a Roma.

Intanto i preparativi per il brindisi alla pizza rotonda, quadrata, a tranci, sottile, spessa, croccante o soffice proseguono e ricordano in particolare il fenomeno del ”business pizza” che continua a guadagnare posizioni sul mercato in Italia.

Gli ultimi dati rilevati più recenti, parlano di circa otto milioni di pizze sfornate al giorno, quasi tre miliardi in un anno, per un giro di affari di fatturato di 15 miliardi e un movimento economico superiore ai 30, secondo indagine di Cna agroalimentare (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa).

‘Senza Parole’ di Antonino Esposito:  impasto tradizionale per una pizza a forma di bouquet, con melassa di fichi cilentana, carpaccio di fichi cilentani, blu di bufala, treccia sorrentina e noci. 

La pizza preferita dagli italiani sembra essere quella tonda, tradizionale e cotta a legna nel forno a pietra. Nonostante la parentesi del trend delle pizze gourmet, vincono i gusti tradizionali, con 8 connazionali su 10 che scelgono la pizza margherita, seguita dalla diavola e dalla capricciosa, posizionate rispettivamente al secondo e terzo posto. In quarta posizione la marinara, mentre la margherita con mozzarella di bufala si colloca quinta. Subito dopo alcuni grandi classici come la Napoli, la wurstel e patatine e la 4 formaggi. Chiudono la classifica la salsiccia e l’ortolana.

La fascia di prezzo non supera, in un caso su due, i 7 euro, ma c’è una fascia di mercato oltre la soglia dei dieci euro per impasti speciali e ingredienti ricercati. Nello specifico, la quasi totalità delle pizze tonde ”da piatto” costa tra cinque e dieci euro, a seconda della zona dove viene prodotta.

Secondo un’indagine di Deliveroo, Alghero è la città pizza lover del 2021. La località sarda si piazza davanti a Fossano (Cuneo) e Città di Castello (Perugia) per gli ordini di pizza a domicilio, al quarto posto un altro centro della provincia di Cuneo come Alba, mentre quinta si posiziona Carmagnola (Torino). Seguono Crotone, Lucca, Trento, Cassino (Frosinone) e Gorizia.

Nel corso dell’ultimo trimestre del 2021 gli ordini di pizza sulla piattaforma di Deliveroo, che conta oltre 5.000 pizzerie da cui poter ordinare in tutta Italia, sono invece cresciuti del 70% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

‘Inverno’ di Paolo Griffa per Giolina: Crema di porcini e finferli, messata di cervo, cavoletti di Bruxelles, vinaigrette e tartufo nero 

Slow Food Editore celebra questa giornata con ‘Pizza. Una storia napoletana’ che torna in libreria e sullo store online di Slow Food Editore in una versione aggiornata, arricchita da nuovi contenuti e da un repertorio di illustrazioni e riproduzioni di documenti di archivio, mappe, fotografie e stampe inedite. Un volume per conoscere la storia della pizza e per comprendere l’evoluzione del mestiere del pizzaiolo, trasformatosi in un complesso incontro di artigianalità, creatività e imprenditoria. Tra indagine storica e curiosità antropologiche, gli autori ci riportano al clima che si viveva a Napoli dal Settecento fino ai primi del Novecento, attraverso un racconto basato su accurate ricerche d’archivio e fonti documentarie.

Giolina, seconda di una famiglia di locali che ha cambiato il volto della pizzeria a Milano, nota per le sue pizze dal cornicione croccante e soffice e per le materie prime di nicchia, dedica al Pizza Day 2022 il progetto iniziato lo scorso Ottobre per sostenere i giovani talentuosi e ambiziosi che si affacciano al mondo della ristorazione. Protagonisti dell’iniziativa, in collaborazione con S.Pellegrino Young Chef Academy e ALMA, 4 young chef e le loro pizze dedicate alle stagioni dell’anno, realizzate insieme all’Executive Pizzaiolo di Giolina Danilo Brunetti. Alla stagione più fredda dell’anno, Paolo Griffa, chef del Petit Royal, ristorante 1 Stella Michelin del Grand Hotel Royal e Golf di Courmayeur, dedica “Inverno”: crema di porcini e finferli, messata di cervo, cavoletti di Bruxelles, vinaigrette e tartufo nero.  

Infine, in occasione della seconda edizione del ”Vera Pizza Day” l’Associazione Verace Pizza Napoletana (Avpn) organizza una maratona di 24 ore in diretta streaming Facebook e Instagram con 22 appuntamenti distribuiti in tutti i continenti per raccontare uno dei prodotti più diffusi e conosciuti al mondo. Il ”viaggio” vede coinvolti 15 Paesi con incontri in 12 lingue diverse, tra cui una masterclass speciale nella lingua dei segni.

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