Il Melone. Proprietà, Tipologie E Curiosità

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Il melone, è una pianta annua rampicante della quale sono state selezionate innumerevoli cultivar. Il termine melone indica sia il frutto che la pianta stessa, a seconda dei contesti in cui viene utilizzato.

La succulenza del melone, la sua freschezza, è qualcosa di speciale, perché sembra dirci che la Natura, per il caldo dell’estate, ha procurato il frutto che proprio ci voleva. E se ben guardiamo la scansione della natura, ad ogni stagione, ad ogni temperatura, ci offre il frutto che serve.

Dove si coltiva in Italia

Le regioni italiane più produttive sono Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Sardegna, Sicilia, Campania, Puglia, Lazio.

Come acquistarlo e conservarlo

Al momento dell’acquisto non è semplicissimo verificarne la giusta maturazione, potete però premere leggermente la parte opposta al picciolo e annusarla. Se è leggermente morbida ed emana profumo, significa che è al giusto grado di maturazione. Evitate gli esemplari molli o che presentano sentori di muffa.

Se il melone è abbastanza maturo conservatelo in frigorifero, altrimenti a temperatura ambiente. Il melone tagliato, invece, va conservato rigorosamente in frigorifero, avvolto in pellicola in una zona non troppo fredda in quanto la polpa marcirebbe.

Come abbinarlo

In cucina l’abbinamento perfetto e più conosciuto è sicuramente prosciutto crudo e melone, un must a tavola perché fornendo vitamine, sali minerali, proteine, acqua e poche calorie, oltre che ad un sapore piacevole ed inconfondibile. Un abbinamento, la cui regola compositiva parte da molto lontano, addirittura da Ippocrate come testimoniato da Luca Govoni, Docente di Storia e cultura della cucina all’Alma – La Scuola Internazionale di Cucina Italiana con sede a Parma.

Pollice alzato anche per altri salumi, come prosciutto di montagna o toscano, salame, coppa piacentina, lonza o soppressa veneta. Sconsigliato, invece, vicino a salumi delicati come culatello, o spalla cruda, in quanto verrebbero sopraffatti in sapore. Si possono fare anche conserve, ma è necessaria una cottura a fuoco lento e molto lunga per evitare che la confettura risulti acquosa, vista la notevole quantità di acqua che contiene. Infine, si può gustare come dessert, a cubetti o palline, esaltato da un po’ di Porto o da gelato alla crema.

Pochi lo sanno, ma da quando ha iniziato ad essere consumato nell’area del Mediterraneo grazie agli Egizi – nel lontano V Secolo a.C. – il melone è stato considerato a lungo una verdura e utilizzato all’interno dell’insalata, oppure come una particolare pietanza da condire con pepe e sale.

Proprietà

Del melone molti conoscono le proprietà abbronzanti, mentre in pochi sanno che è consigliato anche per combattere lo stress, oltre ad essere un frutto rinfrescante, diuretico (è composto principalmente di acqua, circa il 90%), dissetante. Ha inoltre potere lassativo. Contiene minerali e vitamine, soprattutto potassio, fosforo, calcio, che lo rende un ottimo alleato delle ossa, vitamina C e vitamina B3, oltre alla niacina, una sostanza antiossidante e il betacarotene che aiuta l’organismo a produrre melanina. Il melone è anche perfetto per la linea, essendo poco calorico e allo stesso tempo ricco di fibre, così da avere un elevato potere saziante.

Varietà

Le varietà estive sono ‘cantalupo’, dalla buccia liscia e polpa gialla, e ‘retato’, riconoscibile dalla buccia solcata da venature e polpa giallo-arancio, molto dolce. I meloni invernali hanno la buccia gialla o verde, solitamente liscia e polpa bianca.

È largamente coltivata per i suoi frutti commestibili, dolci e profumati. Non tutte le varietà di meloni sono dolci. Ad esempio Cucumis melo var. flexuosus (L.) Naudin. è un melone non dolce comune in tutta l’Asia dalla Turchia al Giappone. Chiamato in Italia cetrangolo siciliano si mangia nelle insalate a stregua del cetriolo.

MELONE MANTOVANO

Sicuramente il più celebre è Il ‘Melone Mantovano Igp’, che un sapore caratteristico, polpa succosa che varia dal colore giallo-arancio al salmone, particolarmente spessa, fibrosa e consistente, un grado zuccherino elevato, e una quantità media di sali minerali e potassio generalmente superiore a quella riscontrata in altre zone di coltivazione. Tipici anche l’odore di fungo e polpa di anguria, l’aroma di tiglio e di zucchino rilevabili dai profili sensoriali. Le condizioni climatiche e pedologiche delle aree di produzione sono molto favorevoli alla coltivazione di questo frutto, infatti la vocazionalità dei terreni della provincia di Mantova e delle limitrofe aree emiliane  è antica e rinomata.  L’Igp ottenuta caratterizza i meloni allo stato fresco delle due varietà botaniche Cucumis melo L.: quella cantalupensis (melone cantalupo), con frutti lisci di forma sferica o sub-sferica, dalla buccia di colore grigio verde tendente al giallo, e la varietà reticulatus (melone retato), che ha frutti di forma tendenzialmente tondeggiante o ovale, con un evidente reticolo epidermico. Le cultivar utilizzate sono riconducibili alle tipologie di riferimento Honey Moon (tipologia liscia), Harper (retata senza incisura della fetta) e Supermarket (retata con incisura della fetta.

MELONE DI VERONA

Il capoluogo scaligero è tra le prime provincie per produzione di questo frutto. Secondo l’Istat sul territorio veronese viene raccolto il 27% della produzione veneta e il 4,5% di quella nazionale pari a 67.000 quintali coltivati in pieno campo su una superficie di 370 ettari e a 81.000 quintali sotto serra (346 ettari).

MELONE NURAGICO

Il melone coltivato dai nuragici in Sardegna era una varietà non dolce, o moderatamente dolce, di un gusto simile al cetriolo, probabilmente simile ad alcune varietà locali coltivate oggi solo in ristrette regioni geografiche del Mediterraneo. In Italia questo tipo di meloni viene coltivato ancora soprattutto in Puglia, dove sono conosciute con decine di nomi, come carosello, meloncella e cummarazzo. Anche in Sardegna, in forma meno diffusa, si coltivano tipologie simili, chiamate facussa o cucummaru, più conosciute con il nome di tortarello o melone serpente.

Curiosità

Un melone dalla scorza nera e dai semi rossi? Esisteva, fino ad alcuni decenni fa, e per i manuali di orticoltura era una varietà gigante originaria di Altavilla Silentina. Poi, un po’ alla volta, è sparito e nessuno, fino ad oggi, era riuscito a recuperare quei famosi semi dai cui nascevano i famosi giganti di Altavilla.

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