Prima della Scala 2022 con ‘Boris Godunov’

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PRIMA SCALA palchi

Di tanti palpiti e di tante pene è davvero cosparso il cammino che conduce non a una semplice prima, ma alla Prima per antonomasia (Placido Domingo)

Il prossimo 7 dicembre, per la Prima della Scala 2022, che apre ufficialmente la stagione del più importante teatro lirico milanese, sarà Boris Godunov nella versione originale scritta da Musorgskij nel 1869 e rifiutata dalla commissione del teatro di San Pietroburgo, perché troppo rivoluzionaria.

E ancora oggi quest’opera fa discutere, vista la richiesta che ha fatto il console ucraino Andrii Kartysh di non metterla in scena mentre è in corso la guerra con la Russia perché non diventi uno strumento di propaganda russa.

Ma la storia di Boris che diventa zar dopo aver ucciso bambino l’erede al trono e viene poi dilaniato dai sensi di colpa, non fa l’apologia di un regime politico, ma esattamente il contrario. Parola del sovrintendente Dominique Meyer. No alla censura, dunque.

Kasper Holten

Il progetto di Boris risale a tre anni fa. Il regista è Kasper Holten, ex direttore della Royal Opera House di Londra che per le scenografie si è avvalso di Es Devlin, artista che ha firmato il tour mondiale di Adele e lo show nell’intervallo del Superbowl.

Il mondo ha bisogno di più arte, non di meno. E Musorgskij era un artista che aveva messo in discussione il potere, ne aveva smascherato la crudeltà. Holten ha voluto sottolineare gli elementi shakespeariani di Boris, la somiglianza con potenti distrutti dal potere e dal rimorso come Riccardo III e Macbeth che ha aperto la scorsa stagione scaligera.

L’introduzione di un intervallo serve a scindere l’opera, dando due prospettive diverse. La prima con lo spettatore che vede dall’esterno cosa accade, la seconda entrando nella mente di Boris turbata come evidenziano i fantasmi che lo tormentano.

Ildar Abdrazakov, il basso che interpreta il protagonista (alla sua sesta inaugurazione scaligera) spiega che la storia ci dice che Boris voleva bene al suo popolo, voleva dargli ricchezza e case, ma il popolo aveva sempre nuovi bisogni. Inoltre, quello del suo regno fu un periodo terribile dal punto di vista economico, soprattutto per quei tre anni tremendi di carestia (fra il 1601 e il 1603), quando nei campi non cresceva l’erba.

E fu un disastro. Per questo il Boris interpretato da Abdrazakov è un Boris con l’anima e con il cuore, ma con il rimorso di aver ucciso un bambino, e questo pensiero è costante, infatti, quando parla senti sempre la presenza di una lontana angoscia, che poi pian piano cresce e diventa sempre più ingombrante, fino a farlo impazzire e alla fine muore. Nella storia Boris muore per un ictus, ma nell’opera viene ucciso.

In realtà la colpevolezza di Boris Godunov nell’uccisione dello zarevic Dimitrij non è mai stata provata a livello storico, ma la sua personalità morale, anche più di quella politica, ha destato sempre l’interesse degli storici, che dapprima vedevano in lui un malvagio e solo nel XIX secolo tentarono una riabilitazione.

La vicenda di Boris Godunov ha ispirato molti scrittori e poeti. La più famosa creazione letteraria è quella di Aleksandr Puskin, il dramma da cui Modest Musorgskij ha tratto la sua opera.

Riccardo Chailly

L’edizione critica della versione originale di Boris viene letta dal direttore musicale Riccardo Chailly con il gusto di oggi per sottolineare la modernità nella narrazione, di un’opera che fa parte della storia della Scala. Fu infatti precedentemente eseguita da altri grandi maestri come Arturo Toscanini e Claudio Abbado nel 1979, quando Chially ne era assistente.

La prima potrà essere ammirata non solo al Teatro alla Scala (dove sono attesi fra gli altri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente della Commissione Europea Ursula van der Leyer e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano), ma, grazie a Rai Cultura, anche in diretta su Rai 1, su Raiplay, in tv internazionali come Artè e la giapponese Nkh, nei cinema di tre continenti e anche in 35 luoghi di Milano e della città metropolitana, dal Carcere di San Vittore, alla palestra Heracles Gymnasium, all’aeroporto di Malpensa.

Iniziative e manifestazioni non si limitano però solo alla serata del 7 dicembre, inquanto il Comune di Milano insieme a Edison, già nella settimana precedente, porta in tutto il capoluogo lombardo, l’opera con oltre 60 appuntamenti.

Si comincia il primo dicembre alle 18.00, quando la Sala della Balla del Castello Sforzesco ospiterà l’evento inaugurale di Prima Diffusa 2022, con il musicologo Fabio Sartorelli che illustrerà trama e personaggi di Boris Godunov e, grazie all’interpretazione musicale affidata agli allievi dell’Accademia Teatro alla Scala, guiderà il pubblico alla comprensione del contesto storico, sociale e culturale del periodo in cui Musorgskij compose l’opera.

In programma anche alcune mostre: una di queste, dal 1 al 7 dicembre al Conservatorio di Musica ‘Giuseppe Verdi’ è ”Verso L’ur-Boris”, piccola esposizione documentaria su Musorgskij. Per vedere il programma completo clicca qui

Anche quest’anno la Prima sarà preceduta il 4 dicembre alle 18 dall’ormai tradizionale Anteprima per il pubblico Under30. L’iniziativa permette a tutti i giovani di meno di trent’anni di acquistare un biglietto per lo spettacolo di apertura della Stagione al prezzo di 20 euro ed è diventato un cardine della politica di apertura del Teatro alle nuove generazioni.

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