Brandolini d’Adda e Vistorta

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tenuta vistorta - brandolini d'adda

Ci sono mondi un po’ fatati, come quello della nobiltà, che a volte sembrano irraggiungibili, personaggi quasi fantasiosi – principi, marchesi, conti – protagonisti di libri e racconti.

In realtà tutt’oggi questi titoli nobiliari continuano ad esistere, ma non fanno più parte di un’élite esclusiva, chiusa nelle proprie tenute, che difficilmente si unisce al volgo. Al contrario, amano lavorare, confrontarsi e vivere normalmente.

Conoscere il Conte Brandino Brandolini d’Adda ne è stata una conferma. Ramo veneziano della famiglia, padre di tre ragazzi di varie età – Guido, Marcantonio e Gioacchino – è figlio di Brando Brandolini d’Adda e Cristiana Agnelli.

Diamoci del tu’ esordisce accogliendoci nella splendida tenuta di famiglia, che si sviluppa prevalentemente attorno al borgo di Vistorta, alle porte di Sacile, praticamente anche questo di loro proprietà e la cui origine risale al II secolo d.C.

Vistorta – La Villa e il Parco con i suoi giardini

parco - brandolini d'adda

Vistorta, nel Friuli occidentale, sotto le Prealpi, è un a tenuta di una bellezza unica, grazie alla stupenda villa, che risale al 1850 e che si affaccia su sette ettari di parco all’inglese, con piante maestose che si specchiano in laghetti d’acqua.

Fu Guido Brandolini Rota che, nel XIX secolo, iniziò a realizzare a Vistorta, una struttura pensata come una moderna ed efficiente azienda agricola dedita alla coltivazione di cereali, del baco da seta ed alla produzione di vini già allora molto rinomati. Negli anni successivi si vanno ad aggiungere una barchessa e la scuderia, tutte e tre in simmetria.

Nel secondo dopoguerra, la dimora viene risistemata dai genitori del Conte Brandino Brandolini d’Adda, dopo un periodo di inattività e trasformata nell’imponente azienda che conosciamo ora, grazie all’architetto scenografo e grande amico di famiglia, Renzo Mongiardino e al paesaggista inglese Russell Page a cui venne affidata la riorganizzazione e l’ampliamento del parco.

Il restauro, durato tre anni, lo trasformò in ‘un grande parco romantico e naturalistico nella tradizione del giardino russo dell’Ottocento’, elegante, ma sobrio, con i laghetti di risorgiva progettati in modo che ‘l’acqua sia sempre in circolo e mai stagnante’, con gli isolotti e le ninfee, boschetti di conifere, latifoglie, bambù e alberi più recenti ed altri secolari, come le sequoie giganti, con gli splendidi roseti, le orchidee rare coltivate nella serra e con una peculiarità: una piscina ottagonale nascosta in mezzo al verde dove godere della pace e della tranquillità che questo luogo tramanda.

Il risultato è, insomma, un compendio di bellezza, d’integrazione con l‘ambiente circostante, di razionalità, con al centro la villa, luogo magico, accogliente e carico di memorie antiche, un mosaico di reperti della famiglia e di valenze estetiche, accanto alla quale si trova la barchessa dove, al piano inferiore, vive ancora la prima cantina, mentre le parti sovrastanti, una volta adibiti a granai e alla coltivazione dei bachi da seta, veri capolavori di architettura rurale, oggi sono destinati a selezionatissimi eventi e matrimoni.

Ma Vistorta, non è solo la storia della Tenuta Brandolini d’Adda, è quella di un borgo di persone che porta il proprio apporto e che lavora nell’azienda, è uno stile di vita intessuto di passione per la propria attività, di ritmi esistenziali meno frenetici, di un ritorno ai valori più semplici e genuini, della vita in campagna e della capacità di combinare mondi diversi.

La tenuta è visitabile, tramite prenotazione scrivendo a questa mail vistorta@vistorta.it oltre a far parte del circuito Grandi Giardini e di poter accedere in occasione delle Giornate Fai.

Cantina Vistorta:

cantina vistorta brandolini d'adda

Come i suoi antenati, il Conte Brandino Brandolini d’Adda, oltre allo stile e al rispetto della natura, ha un profondo amore per questa terra e passione per il suo vino. Decide quindi di dedicarsi alla cantina e, dopo una laurea in agraria alla Texas A & M University, fa sua l’esperienza vinicola nell’azienda di famiglia di Chateau Greysac nel Bordeaux, decidendo negli anni ’80 di riqualificare Vistorta sul modello francese, concentrandosi inizialmente solo su un vino rosso di grande qualità: il merlot.

Questa scelta, decisamente in controtendenza in un territorio dove altri vini e vitigni la fanno da padroni, non stupisce dal momento in cui la sperimentazione è sempre stata di casa a Vistorta, e risulta essere vincente, visto che il merlot Vistorta, si rivela essere il vino più identificativo dell’azienda – e tra i migliori rossi italiani – frutto di una selezione di uve da vari piccoli appezzamenti che si differenziano in età, clone e sistema di allevamento.

Oltre al merlot, l’azienda produce bianchi freschi e rossi eleganti e di grande finezza, realizzati anche grazie alla collaborazione con Alec Ongaro, winemaker di casa, una sinergia che ha portato a sperimentazioni sempre più coraggiose, che hanno condotto alla nascita di nuovi vini.

Tra questi gli ultimi arrivati, perfette rappresentazioni del più recente percorso intrapreso, Bianca e Brando, vini da monovitigno (rispettivamente 100% friulano e 100% merlot) che vengono prodotti con tecniche tradizionali, come la prolungata macerazione sulle bucce, le follature manuali, le fermentazioni spontanee in botti aperte.

Come abbiamo detto prima, all’interno di Vistorta troviamo la prima cantina e alcuni vitigni, caratterizzati da un terreno argilloso calcareo, ideale per le uve rosse, ma il vero cuore della produzione è a Cordignano e Fontanafredda, dove sono presenti altre viti che, grazie alla terra sabbiosa limosa, sono perfette per i bianchi tipici friulani.

In un settore molto competitivo come quello vinicolo, Vistorta è riuscita a differenziarsi, creando un vino di riferimento per le nuove generazioni, e dando priorità alla sostenibilità e ad approcci non interventisti sia in campagna che in cantina.

Palazzo Giustinian Brandolini a Venezia

palazzo venezia brandolini d'adda

Chi di voi in visita a Venezia, solcando il Canal Grande, non si è chiesto chi abita quei meravigliosi palazzi che vi si affacciano? Uno di questi è Palazzo Giustinian Brandolini, dispiegata accanto a Ca’ Foscari.

Una vasta facciata gotica, che si può ammirare dal Canal Grande, nella quale si ripete un modulo e una teoria di polifore ogivali con traforo a quadrilobi, che rivela come l’edificio patrizio sia in realtà costituito da due unità abitative distinte, che in passato ospitavano altrettanti rami della famiglia Giustinian, che lo eresse a metà del XV secolo. Dal 1876, Ca’ Giustinian dalle Zogie, il palazzo di sinistra, appartiene ai conti Brandolini d’Adda, che tuttora risiedono qui, con ben tre generazioni della medesima famiglia.

Nel 1947 Cristiana Agnelli si sposa con Brando Brandolini d’Adda e decide di rimodernare il palazzo, anche qui col supporto di Renzo Mongiardino, non ancora affermato sulla scena internazionale, risistemando lo splendido giardino romantico, sulla facciata posteriore da cui si accede dalla terraferma, e recuperando i livelli più alti, in origine destinati a depositi, soffitte e alloggio per la servitù.

Oggi sono proprio i piani alti quelli abitati dalla famiglia. All’ultimo alloggia il Conte Brandino Brandolini d’Adda, un appartamento dove il design moderno si mescola perfettamente a oggetti d’antiquariato con pareti dove si possono ammirare quadri – splendido il Mirò – come all’esposizione di una mostra.

Tracce del passato si possono ritrovare soprattutto nella sala da pranzo, una celebre stanza piccola, lunga e bassa, dove le curve del soffitto possono ricordare le volte ravvicinate di una cappella, che come ci ha svelato il Conte, nel passato hanno ospitato proprio Mongiardino che ha pensato bene di farle decorare da Lila de Nobili, sua amica, oltre che pittrice e scenografa di indimenticabile talento, che è riuscita a concepire invenzioni geniali e inaspettate.

Dall’appartamento una scala a chiocciola conduce su una grande terrazza, dove oltre a potersi ritrovare per momenti di relax o per occasioni e pranzi all’aperto, il grand plus è la spettacolare vista dall’alto di Venezia, con sotto il Canal Grande e davanti San Marco. Una delle più belle di Venezia.

L’arte vetraria e Laguna B

laguna B brandolini d'adda

Rimanendo a Palazzo Giustinian Brandolini, buona parte della zona inferiore è il quartier generale di Laguna B, il brand attualmente gestito da Marcantonio – figlio di mezzo del Conte Brandino Brandolino d’Adda – un ragazzo alto, slanciato e sportivo, con aristocratici occhi verdi, estremamente riservato.

Tratti incisi e colori ricordano molto la madre Marie Angliviel de la Baumelle, una parigina diventata veneziana per matrimonio, scomparsa prematuramente dopo una breve malattia, che diede vita a Laguna B, un progetto che attraverso il vetro muranese e le sue tecniche secolari, cui si era dedicata con enorme passione e impegno, le aveva permesso di stabilire un proprio e personalissimo colloquio culturale e sentimentale con la Città del Leone.

Dopo gli studi in Svizzera e a Londra, dove ha approfondito l’aspetto di business e management e la scomparsa della madre, Marcantonio decide quindi di dedicarsi a Laguna B, dando vita a nuovi prodotti, creando nuove collaborazioni e limited edition con noti design, cercando di trasformare ogni parte del processo produttivo in modo sostenibile e identificando possibili mercati in cui espandersi.

Inoltre, la sua grande creatività la riversa nella creazioni di oggetti d’arte che portano il suo nome, vendute in gallerie d’arte ed esposte in musei, mentre gli oggetti e le collezioni Laguna B si possono acquistare o nel negozio in Dorsoduro 3276, poco distante a Palazzo Giustinian Brandolini o online.

Nonostante abbia girato il mondo per studi e per piacere – ha trascorso anche sei mesi in Sud America, un’esperienza di grande autonomia, che l’ha avvicinato ancor di più alle cose semplici e genuine – Marcantonio continua ad avere una relazione viscerale con la campagna di Vistorta e con Venezia.

Ristorante Naranzaria a Venezia

naranzaria - brandolini d'adda

E per finite, un clan come questo, con la passione per il cibo, non poteva che pensare di investire su un ristorante. Fu così che il Conte Brandino Brandolini d’Adda, insieme all’architetto Umberto La Caprara e ad altri soci, decide di acquistare Naranzaria, un locale dal design contemporaneo, situato in un antico magazzino di agrumi – Naranzaria significa arance – nei pressi di Rialto.

Più precisamente è situato tra l’antichissima chiesa di San Giacometto e lo storico Campo dell’Erbaria, e quindi, questo piccolo bar e ristorante, un tempo faceva parte del più antico nucleo veneziano, noto anche come principale punto di scambio tra Oriente ed Europa.

Con temperature calde è possibile mangiare all’aperto, con una bella vista sul Canal Grande, mentre all’interno ci sono circa 25/30 posti a sedere, visto che il locale non è enorme. Molto bella la parte alta dalla quale si riesce a scorgere la vista esterna.

Il locale è celebre per i suoi aperitivi e i famosi cicchetti, ma anche per la ristorazione. Nel menu si trovano sia piatti della tradizione culinaria veneta, sia specialità dell’alta gastronomia italiana realizzati con i prodotti locali freschi che la giornata offre, dando preferenza a quelli biologici.

Molti degli alimenti sono provenienti dalla tenuta Vistorta, oltre a prodotti tipici come il Carciofo Violetto di Sant’Erasmo, la Pitina Friulana e l’Aglio Rosso di Sulmona. Anche la selezione di formaggi e salumi è davvero interessante, così come l’olio extra vergine, frutto di un’accurata selezione.

Inutile dire che alcune delle etichette della carta dei vini sono della cantina Vistorta, di cui vi ho parlato prima, ma si possono trovare vini provenienti da altre regioni italiane, accuratamente selezionati con un’attenzione particolare ai piccoli produttori naturali.

Per concludere possiamo dire che quella del Conte Brandolini d’Adda è una famiglia al passo con i tempi, dove l’allure aristocratica e un stata bypassata resettandola ai giorni nostri, è unita nonostante due dei fratelli vivano all’estero, è composta da persone aperte, capaci di suscitare empatia, ma soprattutto ha avuto la grande capacità di trasformare il proprio impero in attività imprenditoriali, che offrono lavoro a molte persone in un ambiente confortevole.

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