Food & Beverage Notebook – News Gennaio ’23

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Il Ristorante – Caffè San Carlo e Ristorante Scatto di Torino

A duecento anni dalla sua prima apertura, il Caffè San Carlo, punto di riferimento cittadino, si rinnova sviluppandosi negli storici spazi tra dehors interni ed esterni, con affaccio diretto in Piazza San Carlo e nel cortile interno del museo.

Alla fine di dicembre è già stata inaugurata la caffetteria e bistrot Caffè San Carlo, il nuovo spazio ristorativo delle Gallerie d’Italia – Torino guidato dall’estro creativo degli chef Costardi Bros, fratelli piemontesi che daranno alla tradizione torinese un twist contemporaneo.

Aprirà invece a fine gennaio, il nuovo ristorante fine dining, il cui nome sarà “SCATTO“, che riconduce al tema della fotografia che caratterizza il museo di Intesa Sanpaolo. Il nuovo locale, infatti, sarà in linea con lo spirito del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo e con l’identità del nuovo museo di Piazza San Carlo.

Aperto sette giorni su sette dalle 8.00 alle 22.00, arriva a 120 coperti calcolando anche quelli del dehor utilizzabile già nella stagione primaverile, il ristorante richiamerà le forti radici territoriali con una costante ricerca di originalità, sperimentazione ed esplorazione di nuovi linguaggi ispirandosi ai contenuti del museo reinterpretati dai due chef.

Il restyling dello storico Caffè San Carlo e il progetto del ristorante SCATTO sono stati curati dallo Studio lamatilde, che per la caffetteria / bistrot ha preservato l’identità di uno dei luoghi più ferventi della Torino del 1800, mentre per il ristorante ha elaborato un progetto in linea con la modernità del nuovo spazio espositivo delle Gallerie d’Italia.

Food – Tartufo Regale (di cioccolato) dello Chef Ugo Alciati

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È nel cuore delle Langhe Patrimonio Mondiale dell’Unesco, al Villaggio Narrante in Fontanafredda e Casa E. di Mirafiore, che nasce il Tartufo Regale, l’unico tartufo d’Alba al cioccolato. Questa rara creazione artigianale nasce dall’estro dello chef di Guidoristorante, Ugo Alciati, storica stella Michelin del Piemonte e ambasciatore del tartufo nel mondo.

Una unicità nel settore del cioccolato che riproduce fedelmente per forma e colore un vero tartufo, tanto che nemmeno i “Trifulau” (ricercatori di tartufo) della zona di Alba sono stati in grado di riconoscerlo. Richiesta la registrazione per marchio, design e idea così da poter esserne gli unici produttori a livello europeo. Di produzione limitatissima, il Tartufo Regale è proposto in un cofanetto (che ne contiene cinque, diversi per forma, dimensione e peso) numerato e autografato a mano dallo chef Ugo Alciati.

Per la loro realizzazione sono necessari oltre 30 passaggi manuali, il primo dei quali è la selezione dei migliori tartufi d’Alba da riprodurre fedelmente con gli ingredienti della ricetta dello chef che impiega il cioccolato più pregiato al mondo, il Criollo del Venezuela e la nocciola Tonda Gentile I.G.P. Piemonte. Altra particolarità: può essere lamellato come un vero e proprio tartufo.

Il vino da abbinare per gustare al meglio il Tartufo Regale, è consigliato da Piero Alciati, fratello di Ugo e maître-sommelier di Guidoristorante, ed è il Vermouth Rosso Superiore di Casa E. di Mirafiore (vedi sotto). Il Tartufo Regale è disponibile e lo si può acquistare solo su prenotazione scrivendo a info@tartuforegale.it

Il legume – Presidio Slow Food: il lupino di Anterivo

Dalla Val di Fiemme arriva un nuovo Presidio Slow Food: il lupino di Anterivo, paese di quattrocento abitanti a una quarantina di chilometri a sud di Bolzano.

Terreni sabbiosi, leggermente acidi, sopra la roccia di porfido e fertili solo in parte, eppure, ad Anterivo crescono pressoché tutti i tipi di cereali e patate. Il merito è proprio della pianta del lupino, una leguminosa che, come tutte le altre, è in grado di fissare a terra l’azoto, elemento fondamentale per la crescita delle coltivazioni, un vero e proprio fertilizzante naturale.

E in queste terre cresce il lupino ‘dai fiori blu’, noto nella zona come Caffè di Anterivo. Sin dall’Ottocento questa pianta era considerata una sorta di toccasana, capace di risolvere i problemi di digestione del bestiame. Tostando poi i semi di lupino e frantumandoli in polvere da immergere in acqua calda, si poteva ottenere una bevanda con cui sopperire alla carenza di caffè, un prodotto da ricchi che in pochi potevano permettersi, soprattutto oltre i mille metri di quota in Val di Fiemme.

Negli anni ’50, con la diffusione del caffè, la produzione di questo cereale è andata quasi morendo, ma fortunatamente all’inizio del nuovo millennio, si è formato un gruppo di persone che hanno ricominciato ad appassionarsi al lupino creando l’Associazione produttori caffè di lupino di Anterivo.

I lupini raccolti vengono lavorati e nei negozi del paese viene venduta la polvere, una produzione limitata perché il quantitativo di granella che si ottiene, a seconda delle annate e del clima, oscilla tra uno e tre quintali. C’è poi il mastro torrefattore, c’è l’osteria di paese che utilizza i lupini in cucina, c’è chi con la granella affina formaggi, produce birra, dolci e naturalmente un infuso a base di grappa, insomma Anterivo si è creata una vera comunità del cibo.

Il Vino – Ben Ryé: il Passito di Pantelleria di Donnafugata

È l’anno dei record per il Ben Ryé: il Passito di Pantelleria di Donnafugata conquista i massimi riconoscimenti nelle edizioni 2023 di tutte le Guide ai vini italiani da Gambero Rosso a Doctor Wine, da Veronelli a Slow Wine, da Bibenda a Maroni, da Vini Buoni d’Italia a Vitae.

Una valutazione unanime che colloca Ben Ryé al vertice di un’ideale classifica dei vini italiani e sottolinea l’unicità di questa produzione insulare ottenuta con una tecnica di coltivazione che ha avuto il riconoscimento Unesco. Ben Ryé è, infatti, l’espressione di un territorio che impone condizioni estreme: assenza di fonti d’acqua, venti incessanti, terreni in forte pendenza e terrazzamenti. La vite è allevata ad alberello molto basso, quasi strisciante, e tutte le pratiche agricole richiedono tantissimo lavoro manuale: dalla potatura alla sconcatura, dalla vendemmia allo sgrappolamento dell’uva passa, fino al mantenimento dei 40 km di muretti a secco che abbiamo nei nostri 68 ettari di vigneto, un vero e proprio contesto di viticoltura eroica.

Ben Ryé si presenta alla vista con un colore Giallo ambrato lucente, al naso si riscontrano profumi di Erbe aromatiche, fichi secchi e miele, mentre al palato emerge il sapore di note di pesca ed albicocca, che si diramano tra dolcezza, sapidità e morbidezza.

E’ un ottimo vino da meditazione, ma è perfetto anche abbinato a formaggi erborinati, dolci a base di ricotta infornata, canditi, uva passa, e grani di cioccolato. Da servire a una temperatura di 14°C.

Il Liquore – Vermouth Rosso di Casa E. di Mirafiore

I sensuali profumi del Vermouth, enfatizzati dalla base di vino moscato e caratterizzati dalla verve del nebbiolo, il tutto abbracciato dalla nobile presenza del cardamomo, spezia storicamente abbinata al cioccolato, trovano un connubio ideale con questa delizia artigianale che gioca di equilibri tra dolcezza, aromi e il calore del cioccolato.

Abbinamento di territorio oltreché di sapori, dove Vermouth e nocciole ricreano l’atmosfera Liberty di un tempo in cui il buono e il bello divennero una raffinata esigenza di gusto ed estetica.

Nato nel XVIII secolo, apprezzato alla corte reale dei Savoia ma conosciuto in tutto il mondo, il Vermouth di Torino è un vino aromatizzato di cui Casa E. di Mirafiore iniziò la produzione nei primi anni del ‘900.

Oggi è reinterpretato attraverso le storiche ricette a base di 46 elementi tra radici, fiori, frutti e spezie che vengono estratti naturalmente e miscelati al vino base secondo tradizione, con l’aggiunta di zucchero e alcool.

Il Vermouth Rosso di Casa E. di Mirafiore è prodotto con vini bianchi piemontesi e uve di Moscato e Nebbiolo.

L’oggetto – Pietra Patagonia Original “Extra” di Antolini per Da Vittorio

Nella cucina di ‘Da Vittorio’, ristorante tristellato di Brusaporto, il Pass, ovvero il tavolo utilizzato per rifinire i piatti prima di servirli in tavola, è diventato anche lo spazio ‘dietro le quinte’, dove personalità celebri del mondo dello spettacolo, dello sport e della politica amano farsi immortalare insieme alla famiglia Cerea e alla loro brigata, a conclusione di cene memorabili.

È qui che fa il suo ingresso la pietra naturale esclusiva di Antolini, celebre brand di pietre naturali, che con la famiglia Cerea condivide i valori di un’impresa famigliare che fonda il suo operato e successo su creatività, autenticità, qualità ed eccellenza Made in Italy.

Antolini, grazie alla sensibilità creativa ed estetica di Alessandro La Spada che, come i fratelli Cerea, possiede una profonda conoscenza della materia prima, si è ispirato al tradizionale batticarne, un ceppo di forma piuttosto quadrata dove le cinture di metallo con bulloni a vista servono a tenere insieme gli elementi di legno massello. Per osmosi ha preso questi elementi e li ha traslati nell’oggetto-tavolo: il legno è sostituito dalla pietra, le fasce di metallo galvanizzato oro elette a castone il supporto della pietra Antolini.

La pietra Patagonia Original “Extra”, retroilluminata, è un oggetto funzionale ed emozionale, un arredo esclusivo e unico, uno strumento di comunicazione fuori dall’ordinario, dove il particolare inedito che fa da fil rouge tra passato, presente e futuro della tradizione culinaria di Da Vittorio, è rappresentato da un’accetta dorata, inaspettatamente inserita sul top del tavolo.

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