Food & Beverage Notebook – News Aprile ‘22

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Il Ristorante – La Tinaia

Borgo Scopeto Wine & Country Relais durante il BIT si è aggiudicato il Green Travel Award, premio assegnato dal Gruppo Italiano Stampa Turistica, alle eccellenze italiane e straniere del turismo sostenibile e responsabile. Il suggestivo borgo medievale, restaurato dalla famiglia Gnudi Angelini, nel cuore del Chianti, si è aggiudicato il riconoscimento principalmente per la ristorazione, basata sugli ingredienti a km 0, così come la Spa, che utilizza una propria linea di prodotti, oltre che per altre scelte sostenibili.

Situato a pochi minuti di auto da Siena, immerso in un paesaggio di rara bellezza la Tenuta si estende per circa 500 ettari, di cui 373 di bosco, 70 a vigneto e 50 punteggiati da piante di ulivo, che producono eleganti vini a denominazione e un ottimo olio evo. Un’imponente opera di restauro conservativo ha trasformato il Borgo in un elegante e raffinato albergo diffuso dotato di 52 camere di varie tipologie, di SPA e centro benessere, parco con due piscine e due campi da tennis, due ampie sale meeting e sala fitness, per soddisfare ogni esigenza.

Il cuore della Tenuta è il Ristorante La Tinaia che sorge dove una volta erano situate le antiche cantine della tenuta. Gli ambienti finemente restaurati, si presentano oggi in tutta la loro eleganza distinta da grandi sale a volte, con una meravigliosa vista sul giardino principale e il pergolato di glicine.

Qui il forte legame con il territorio incontra la creatività dello Chef Pietro Fortunati, che offre una cucina che esalta i sapori e gli aromi della tradizione con un tocco gourmet e contemporaneo, proponendo per la cena un’interpretazione della cucina toscana, sempre creativa e innovativa, con un profondo rispetto per gli ingredienti di qualità provenienti dal territorio.

Lo chef – Mattia Trabetti

Quella immaginata dallo Chef Mattia Trabetti, veronese classe ’89, è una cucina con un’identità ben definita e dalla forte impronta stagionale, in grado di proporre un percorso totale, soprattutto tramite i menu degustazione da 5 e 8 portate, presentate da ALTO, innovativo e sofisticato rooftop restaurant dell’Executive Spa Hotel di Fiorano Modenese (MO).

L’avanguardia e la ricerca, espresse nel massimo rispetto della materia prima, sono figlie di un’idea personale che interiorizza la tradizione per stravolgerla, capitalizzando gli strumenti e le conoscenze appresi in un itinerario professionale senza confini, inaugurato all’ALMA di Colorno per poi snodarsi tra le due stelle Michelin del ristorante Antica Corona Reale di Cervere, l’Apsleys, il locale di Heinz Beck a Londra, l’F12 in Svezia, primo stellato di Stoccolma, e lo Zilte di Anversa, insignito quest’anno della terza stella. In passato, è stato coinvolto anche nel progetto “The Craftsman”, nella vicina Reggio Emilia.

Ogni luogo, soprattutto all’estero, lo ha aiutato a aprire la mente per sviluppare una sua individualità in ambito culinario. Il risultato è una cucina fresca e pensata, spinta dall’istinto e dalla voglia di sperimentare.

Quando non lavora tra i fornelli, Mattia Trabetti passa il proprio tempo in moto, facendo sport, passeggiando con la dobermann Agusta o curando l’orto, dove può coltivare letteralmente la passione per le erbe aromatiche come erba pepe, shiso, ruta, santolina, santoreggia e acetosa. Una tensione alla natura che esplode anche nel piatto che sogna di preparare e servire a una personalità importante: un risotto, una delle poche cose che sappiamo fare davvero solo in Italia, in particolare, un risotto di ippocastano, cipresso, galanga e pepe rosa, mantecato con un idromele di castagno.

La Verdura & Frutta – Il carciofo di Niscemi

C’è un nuovo Presidio Slow Food in Sicilia: si tratta del carciofo di Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Storicamente Niscemi è la capitale del carciofo, qui sono tantissimi i produttori che si dedicano a questa coltivazione, ma oggetto del Presidio è un ecotipo particolare, quello autoctono della città: chiamato nostrale. Si tratta di un carciofo delicato, quando viene raccolto dev’essere consumato entro due o tre giorni, altrimenti il suo aspetto tende a guastarsi, diventando meno vigoroso e turgido. Così, complice l’avanzata di varietà più resistenti, il nostrale era andato quasi perduto.

Il carciofo di Niscemi ha un aspetto vigoroso e non presenta spine; i capolini hanno la forma di un calice, le brattee, cioè le “foglie”, sono di colore verde chiaro con sfumature violette. Il cuore del carciofo è compatto, dal sapore delicato e dolce, e la presenza di pappo o “barba” è scarsa, motivo per il quale gli scarti sono molto ridotti.

In cucina si può consumare crudo, in insalata, oppure bollito e poi intinto in un condimento di olio extravergine d’oliva, aceto e peperoncino, o ancora in risotti, ad esempio abbinato alla menta. La ricetta tradizionale, però, prevede di consumare i carciofi arrostiti: cotti sulla brace e poi conditi con olio e sale, eventualmente con l’aggiunta di pepe, aglio e prezzemolo.

Una tradizione tramandata da decenni: i contadini erano soliti mangiare i carciofi arrostiti nei campi, cuocendoli sul carbone prodotto dai piccoli fuochi accesi per riscaldarsi nelle fredde mattine di lavoro. Diffusa, infine, la tradizione della ‘a carciofina, la tipica conserva siciliana ottenuta dai cuori dei piccoli carciofi di marzo e aprile, i più tardivi.

Il Formaggio – Briscola Bio al Raboso® 

La Casearia Carpenedo, riconosciuta come primo laboratorio di affinamento di formaggi in Italia, lavora materie prime selezionate con cura, regalando profumi e sentori unici, una vera e propria arte, una narrazione ogni volta diversa.

Il Briscola Bio al Raboso® è il primo formaggio Biologico nato nell’azienda. Viene ottenuto utilizzando vino biologico Raboso del Piave (un vitigno autoctono veneto a bacca rossa dalla storia millenaria) e latte vaccino biologico della provincia di Treviso. Un’eccellenza a filiera chiusa, dalla produzione del formaggio, fino al suo affinamento.

Già il nome si rende testimone della tavola popolare più verace: torna infatti alla mente il tradizionale gioco delle carte nelle vecchie osterie, dove lo schietto vino locale, sorseggiato tra una partita e l’altra, era accompagnato da un pezzo di formaggio latteria. Antonio Carpenedo, così, con questo Ubriaco® ha voluto omaggiare un mondo antico ed evocativo, che ha segnato la crescita culturale dell’Italia e oggi resiste all’inesorabile avanzata della modernità.

Delicato e al contempo piccante, esprime sincere sfumature vinose che lo rendono ideale accompagnato ad un bicchiere di vino rosso corposo, come impongono le origini. Si tratta di un formaggio perfetto per aperitivi sfiziosi. Da gustare fuso su crostini di pane caldi o su bacon croccante e uova, ma è ideale anche come farcitura su una lasagna al radicchio rosso o nella mantecatura di risotti alla rapa rossa.

Il Prodotto –  Aceto di Bianchello

È tra i più longevi ingredienti della storia. Divenuto simbolo dell’Italia a tavola, nella cucina contemporanea è ormai irrinunciabile. Gli Chef lo prediligono per condire piatti estivi o di pesce, a base di polpo e crostacei. E’ ideale anche per realizzare marinature domestiche delicate e diventa protagonista in tantissime salse, ottimo per il condimento di verdure crude quanto per la carne e per preparazioni in agrodolce e per rendere più gustosa e appetitosa una semplice portata.

Entra in scena un nuovo prodotto realizzato con materie prime di altissima qualità: l’Aceto di Bianchello ottenuto dalla fermentazione di uve della Doc Bianchello del Metauro, che deve il suo nome dal “biancame”, vitigno con cui è prodotto, e dal territorio in cui nasce, quello del Metauro, il più importante fiume delle Marche, il cui corso ha inizio nell’Appennino marchigiano, dove confluiscono il “Meta”, che proviene dal valico appenninico di Bocca Trabaria (Pesaro e Urbino), e l’“Auro” che ha le sue sorgenti in terra toscana.

Come viene prodotto lo svela direttamente Tommaso Di Sante dell’azienda Di Sante Cantina di Carignano di Fano. Il vino Bianchello del Metauro DOC, da loro prodotto, viene acetificato con il sistema tradizionale, avvalendosi della “madre” (così chiamata dalla storica e tradizionale damigiana dalla quale nasce una sostanza fermentata di liquidi alcoolici e che, con l’ossigeno, trasforma l’alcool in acido d’aceto) lasciata in eredità dal nonno Oddo, che per tradizione contadina già lo produceva, insieme ad olio e vino, come elementi fondamentali della tavola della cultura rurale.

Viaggio Enogastronomico – L’Irpinia

L’Irpinia, la meta del turismo enogastronomico nella Regione Campania, vino, cucina, escursioni, è il connubio perfetto per trascorrere giorni tra vigneti, degustazioni, show cooking, borghi e cene in ristoranti selezionati.

Il viaggiatore, oggi, ha nuovi bisogni ed esigenze, è sempre più attivo, esigente ed innovativo. Ecco perché nasce il progetto Vitigni Irpini, che abbraccia 33 cantine dell’Irpinia e propone “Wine Tour – Esperienze Emozionali” per le zone delle D.O.C.G:  Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Taurasi. 

Degustare vini irpini significa conoscere un produttore, la sua realtà e filosofia. Significa partecipare all’attività insieme al vignaiolo, passeggiare tra i vigneti, visitare la cantina, degustare vini e con l’occasione fare lo “Show Cooking”.  

Cos’è lo show cooking? Vedere dal vivo quello che di solito è solo il “dietro le quinte” della preparazione di cibi. In questo caso piatti tradizionali del territorio, l’Irpinia, dove si è liberi di creare e divertirsi, di degustare vino e partecipare alle attività. È facile incantarsi in questo luogo autentico, genuino e affascinante.

Il Vino – Pinot Nero Roccolo 2018, di Serafini & Vidotto

Con il Pinot Nero Roccolo annata 2018, presentato alla 54°edizione del Vinitaly, l’azienda vinicola Serafini & Vidotto di Nervesa della Battaglia, ha raggiunto un punto importante nel percorso di confronto con il più affascinante e complesso vitigno a bacca rossa, il Pinot Nero, coltivato dall’azienda fin dai primi anni Novanta in zone selezionate del Montello.

Prodotto con uve Pinot Nero in purezza, il Pinot Nero di Serafini & Vidotto viene fatto affinare in legno (in parte legno di secondo passaggio e in parte nuovo a seconda dell’annata) per un periodo variabile dai 10 ai 12/13 mesi.

Di colore rosso rubino lucente, rivela al naso aromi intensamente fruttati con vivaci note di ciliegie, lamponi maturi, fragolina di bosco, tamarindo e sfumature floreali di violetta, foglie di tè e sentori balsamici di rabarbaro.

Al palato la freschezza e i tannini delicati donano una raffinata ed elegante struttura che rendono questo vino perfetto in abbinamento con carni di vitello brasate, costolette d’agnello “a scottadito”, piccione al forno, formaggi caprini o pecorini di mezza stagionatura.

Il Pinot Nero Serafini & Vidotto si è conquistato un’importante vetrina nelle più rinomate guide di settore, e oggi è apprezzato in tutto il mondo. La guida Doctor Wine lo ha più volte decretato quale Miglior Pinot Nero.

La bevanda – Microdrink di Waterdrop

Bevete più acqua, prendete energia con ORO: il nuovo seducente microdrink di Waterdrop. Immergetevi nel dorato mix di mango profumato ed esotico guava, con un rinfrescante tocco di caffeina naturale (90mg) dalla foglia Guayusa. Una spinta necessaria per iniziare la giornata, godersi un intenso allenamento o per lunghe notti senza dormire.

Fedele alla sua missione di “far bere più acqua in modo più sostenibile”, Waterdrop continua a offrire prodotti con caffeina naturale. Per rendere fresca l’acqua del rubinetto, questo nuovo sapore fornisce idratazione ed energia, senza effetti indesiderati sul corpo. Adatti a tutti, i microdrink ORO sono un’ottima alternativa al consumo eccessivo di caffè e alle bevande energetiche.

E se bere più acqua fosse il fondamento per una vita più sana? Se lo è chiesto anche Adriana Lima che ha collaborato con Waterdrop creando un’edizione limitata di borracce sostenibili per aiutare le persone a raggiungere con Oro i loro obiettivi d’idratazione giornalieri, disponibile in due dimensioni (600ml e 1l). La borraccia è realizzata in acciaio inossidabile a doppia parete e mantiene fredde le bevande per 12 ore e calde per 12: l’inizio di un’estate d’oro!

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