Food & Beverage Notebook – News Maggio ’22

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Il Ristorante – Pellico 3

Riapre il Park Hyatt Milano dopo il completo restyling della struttura e lo fa in grande, debuttando con un inedito universo gastronomico, Pellico 3, un’insegna dedicata al fine dining del cinque stelle lusso a pochi passi dal Duomo della capitale lombarda.

Nato dalle ceneri di Vun di Andrea Apreda (lo chef andrà a dedicarsi al ristorante che aprirà prima dell’estate negli spazi del nuovo Museo Etrusco di Milano, della Fondazione Rovati), ‘Pellico 3’ vede alla sua guida un giovane talento, lo chef Guido Paternollo, formatosi nelle brigate dei tristellati Enrico Bartolini, Alain Ducasse e Yannick Alléno. Accanto a lui Mario Musiello, chef di cucina, insieme ad Andreas Karapaos e Alessio Gallelli, pastry chef. Direttore di Sala, una donna e grande professionista: Giusy Chebeir.

La sua cucina vedrà un menu fatto di sapori e ingredienti provenienti da tutto il bacino mediterraneo, con materie prime di Francia, Spagna, Grecia e naturalmente Italia, lavorate nel segno del rispetto del prodotto, seguendo in maniera maniacale la stagionalità, tanto delle verdure, quanto del pesce, con una sua interpretazione delle salse francesi imparate con Alléno e la centralità del vegetale compresa da Ducasse.

Il design del ristorante prevede 28 coperti nella sala principale e fino a 10 nella private dining room, attivo dal martedì al sabato, con un allure contemporanea, grazie al progetto dello studio Flaviano Capriotti Architetti, che ha previsto alle pareti, una selezione di opere d’arte, a cura della storica galleria d’arte milanese Cardi Gallery, firmate da artisti contemporanei come Paolo Canevari, Davide Balliano e Claudio Verna.

L’hotel prevede alter due insigne di ristorazione: il bistrot «La Cupola» e il «Mio Lab Bar» con un dehors, centro pulsante dell’albergo. Il primo propone un’offerta di ristorazione che va dalla prima colazione sino alle 23, curata sempre dalla brigata di Paternollo, nell’ottica di una cucina più classica e internazionale. Il secondo, invece, è un cocktail bar che gode una delle più belle viste sulla Galleria Vittorio Emanuele II.

Lo chef – Marco Bernardo

Marco Bernardo, classe 1994, di Airola (Benevento) si avvicina a quella che diventerà la sua professione, grazie ai profumi e ai sapori della cucina della nonna, ai piatti della tradizione che preparava e che resteranno indelebili nella sua mente, oltre a alimentare una vera e propria passione.

Dopo un diploma in materie scientifiche, il Master in cucina e pasticceria presso la Scuola di cucina “Dolce e Salato” di Maddaloni, dove segue le lezioni con i più grandi maestri sia italiani che stranieri.

Da qui Bernardo inizia diverse esperienze presso i più importanti ristoranti, tra cui il Four Sesons Hotel Milano con Sergio Mei nel 2013, a Le George Four Seasons Hotel a Parigi, nel 2015, dove affianca lo chef Marco Garfagnini in qualità di Demi chef de partie. 

Nel 2016 Le George, con la guida dello chef Simone Zanoni, ottiene la stella Michelin e Bernardo è chef de partie. Nel 2018 si trasferisce a Londra per approdare alla corte di Alain Ducasse at The Dorchester, tre stelle Michelin, dove riparte da commis e dopo un anno diventa chef de partie.

L’esperienza londinese termina nel 2019 quando decide di tornare a Parigi spinto da una nuova sfida che lo vede non solo ricoprire il ruolo di chef, ma anche di manager al Fuga Family, un nuovo progetto di hotellerie e ristorazione. Finita l’avventura francese nel 2021, Marco guida la cucina de La Magnolia come Executive Chef.

La Magnolia, raffinato ristorante a bordo piscina 1 stella Michelin, è il fiore all’occhiello dell’Hotel Byron di Forte dei Marmi, boutique hotel a 5 stelle, dalle atmosfere da dimora privata dove è possibile godere di un soggiorno all’insegna del relax e del bien vivre.

Non resta quindi che scoprire se anche questa volta Bernardo riuscirà a convincerci con la sua impronta e la sua formazione cosmopolita al servizio di un menu che torna alle radici, ponendo l’accento sulla freschezza e sul costante dialogo con il territorio. Fantasia, creatività, per far viaggiare il cliente tra terra e mare in un continuo scambio.

Il Prodotto –  Box Effettocavada di Stefano Cavada

Stefano Cavada, trascorsi alcuni anni di vita a Londra e Parigi, è rientrato in Alto Adige, la sua terra, per poi stabilirsi a Brescia con l’intenzione di raccontare e condividere le ricette e le tradizioni del proprio territorio.

Negli anni Stefano si è specializzato nella produzione di svariati progetti legati al mondo della cucina. Dallo sviluppo delle ricette alla realizzazione di contenuti digitali, tra i quali fotografie e video, apprezzati fin da subito da un crescente pubblico appassionato e che ha saputo lasciarsi emozionare da ricette e paesaggi.

Effettocavada, è una delle sue iniziative. Si tratta di uno shop online, incentrato sulla figura di Stefano Cavada, in cui è possibile acquistare delle box dedicate al mondo della cucina. Le box sono ideate con l’obiettivo di andare alla scoperta di nuovi prodotti e produttori, permettendo al cliente di trovare ingredienti non sempre facilmente reperibili. All’interno anche una serie di ricette ideate ad hoc per valorizzare i prodotti stessi.

L’ultima arrivata è la box “Dolce risveglio”, pensata, come suggerisce il nome, per la prima colazione e per tutti coloro che amano iniziare ogni giornata con un pizzico di dolcezza. Nella box, decorata su ogni lato con disegni di utensili e ingredienti vari, sono presenti prodotti firmati Infermentum, un laboratorio di dolci artigianali con sede a Stallavena (VR) e Omkafè, una torrefazione di Arco (TN) fondata nel 1947 dai coniugi Martinelli.

La Verdura & Frutta – Asparago Verde di Altedo IGP

L’Asparago Verde di Altedo, certificato con il marchio IGP nel 2003, vede la sua produzione ad Altedo, una piccola frazione del comune di Malalbergo che gli dà il nome, si estende alla provincia di Ferrara, in particolare nella zona di Mesola, e parte della provincia di Bologna.

Si tratta di un ortaggio con turioni ben formati e dall’apice ben serrato, talvolta lievemente incurvato, dall’aspetto fresco, sano, pulito e privo di odori o sapori estranei, mentre il gusto è tenero, delicato e privo di fibrosità.

L’Asparago Verde di Altedo IGP è un alimento facilmente deperibile e per questo si devono attuare delle cautele, come conservarlo a basse temperature e consumarlo in un breve arco di tempo dopo l’acquisto.

Si può gustare lessato con la semplice aggiunta di olio e sale, gratinato oppure come ingrediente per la preparazione di minestre, zuppe, risotti e frittate. La cottura a vapore è invece da preferire nel caso in cui si voglia ridurre al minimo la perdita di elementi nutritivi mantenendo inalterato l’aroma.

Il sapore intenso del gambo e quello dolciastro del germoglio sono gli elementi che lo caratterizzano. L’asparago è indicato sia per primi piatti sfiziosi in abbinata con gamberi o seppie, sia come contorno leggero, ma può essere impiegato in modo più creativo anche per la preparazione di dolci e gelati.

L’asparago rispetto agli altri ortaggi è tra i più ricchi di fibra ed ha quantità di grassi, proteine e zuccheri molto ridotte, mentre è particolarmente ricco di minerali essenziali come il calcio, il fosforo, il magnesio e il potassio. Vale la pena di evidenziare anche l’alto contenuto di vitamina C (18 mg su 100 gr).

Il Vino: Scipio Toscana IGT – Tenuta Sette Cieli

Siamo in terra Toscana, sulle colline sopra Bolgheri, a 400 metri sul livello del mare, per un vino unico, prodotto da Tenuta Sette Cieli: Scipio Toscana IGP. Si tratta di un Cabernet Franc, uve destinate ai blend, che, con l’invecchiamento in barrique, hanno rivelato tratti distintivi particolari, che hanno portato alla decisione per il loro utilizzo in purezza.

Scipio è un vino da meditazione, deciso e memorabile. prodotto con uve 100% biologiche, maturato 24 mesi in barrique, si concentra in pochissime e pregiate bottiglie, nate da esperimenti e prove in cantina.

Parliamo di un vino che interpreta con finezza ed eleganza il carattere complesso della varietà e del territorio di origine. Colore rubino intenso, con delicati rimandi granata, risulta ricco e articolato il naso, aperto da note di frutta scura matura e a confettura, seguite da rimandi speziati e toni vegetali.

Il palato è di ottimo corpo, ben lavorato nella trama tannica e di lunga persistenza, di grande struttura, nonostante la freschezza e la morbida eleganza, che lo rendendolo un vino dal carattere raro. Con una gradazione alcolica di 15% è consigliato servirlo a 14 – 16° C e si abbina perfettamente a carré di cervo ai mirtilli, l’arrosto di vitella e più in generale, con le carni rosse.

Il Luogo: Wine Club Loredan Gasparini

Panoramica giavera

Andare oltre il proprio sguardo per promuovere l’Italia intera. Con questo spirito nasce il Wine Club Loredan Gasparini. Provveditore, Savio e Doge, figure chiave nell’antica Venezia, diventano i livelli di affiliazione di un progetto speciale dove il vino offre esperienze sensoriali dalle verdi colline del Montello fino alle calli di Venezia.

Il Wine Club aprirà le porte della cantina dando la possibilità ai suoi membri di accedere a vendite en primeur delle nuove annate, acquistare vini in edizioni limitate e produzioni da collezione e addirittura conservare le proprie bottiglie presso la cantina, organizzando le consegne a casa con spedizioni scalari, ma è anche un modo per conoscere il territorio di produzione e scoprire il legame con la Serenissima.

Con la carica di Doge, la più alta, infatti, si potrà godere dell’esperienza di una cena a Venezia, ad Asolo o sul Montello, accompagnati dai vini Loredan Gasparini, e addirittura soggiornare in un’autentica dimora veneziana trasformata in bed and breakfast o optare per una visita alla “Venezia segreta”.

L’azienda Loredan Gasparini ha infatti un forte legame con la città, a soli 50 km da Venegazzù, l’unico Cru del territorio del Montello. Il fondatore, Pietro Loredan, da cui l’azienda prende il nome, era diretto discendente del Doge Leonardo Loredan.

Tra i vini che saranno acquistabili attraverso il Wine Club Spineda, un Merlot in purezza, proveniente da un vigneto già indicato nelle Mappe Napoleoniche dell’Ottocento.

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